IL PARCO MARITTIMO DEI RIFIUTI EDILI

Abbiamo sentito con le nostre orecchie l’Assessore Giacomo Costantini parlare di incoraggiamento all’uso «di materiale di riuso che può avere in percentuale anche degli scarti di altre lavorazioni edilizie». Si trattava di un servizio televisivo realizzato nell’ambito del TGR Emilia-Romagna del 26 marzo scorso. Lo stesso servizio aveva mostrato poco prima l’immagine di un cavo che spuntava dalla sabbia descrivendo puntualmente gli scarti di cui parlava l’assessore: «cavi, accendini, tubi di plastica, reti, piastrelle rotte». Il giornalista incalzava impietoso: «le immagini parlano chiaro: in mezzo al materiale utilizzato per il fondo spuntano plastiche in quantità, laterizi, corrugati». Intervista Italia Nostra. «Stiamo parlando e lo vogliamo ricordare di una riserva naturale dello Stato. Quindi di un luogo che dovrebbe essere deputato al massimo grado di tutela e conservazione che abbiamo in Italia».

C’è voluta una denuncia alla magistratura per accendere un faro su quello che sta succedendo in quell’opera da più di 11 milioni di euro chiamata, con molta enfasi, Parco Marittimo. Dunque c’è un problema? Interviene l’Assessora ai capri espiatori, Federica del Conte, per precisare che in “qualche” caso il problema è stato effettivamente riscontrato anche dall’Amministrazione: «La difformità, rilevata in cinque stradelli, è relativa all’utilizzo di un materiale non corrispondente a quanto richiesto per granulometria. Non si procederà, quindi, alla sostituzione per una ragione ambientale, ma perché il materiale utilizzato ha una dimensione diversa rispetto a quella richiesta e le prove di carico non hanno dato esito positivo. La ditta sta già procedendo alla rimozione e alla sostituzione. Venerdì scorso sono state eseguite le prove di carico su tutte le altre aree e i risultati sono stati tutti positivi».

La pezza, ci sembra, è peggio del buco. O ci è stato fatto vedere un falso costruito dal TG Regionale o la faccenda non parrebbe una questione di granulometria ma di quelli che, dal servizio, appaiono come veri e propri rifiuti di provenienza da altri cantieri che, invece di finire in discarica, sarebbero stati stesi a Ravenna tra mare e pineta. Bene sapere che siano stati rimossi e la Magistratura accerterà, auspicabilmente in tempi brevi, se la vicenda riveste un aspetto meramente contrattuale, come lascia intendere l’Amministrazione, o ha rilevanza penale. Ci auguriamo, a questo punto, che siano stati proprio tutti rimossi e non siano invece stati ricoperti con qualche palata di sabbia. Anche questo, ci auguriamo, verrà chiarito dalla Magistratura.

Il problema più grande secondo noi, però, è un altro e ha a che fare con la credibilità di questa Amministrazione. Ci si aspetterebbe di avere sempre l’Amministrazione Comunale dalla parte di associazioni e cittadine e cittadini quando interviene la segnalazione di qualcosa che, all’apparenza, non si svolge correttamente sul territorio. Prendiamo questo caso: sabbia, pineta, mare, sono beni fortemente sentiti come da tutelare da parte della cittadinanza ravennate. Che si aspetterebbe che chi è preposto ad amministrare questi beni per conto di tutte e tutti manifesti soddisfazione quando riceve l’aiuto della comunità. Invece, come Ravenna in Comune, abbiamo la forte “sensazione”, ingenerata da reiterati comportamenti, che l’Amministrazione non sia per niente soddisfatta di ricevere l’aiuto della cittadinanza. L’impressione, chiamiamola così, è che la cittadinanza, le associazioni, “rompano” e che molto meglio sarebbe, per l’Amministrazione, se si potesse stendere un bel velo, magari di sabbia come in questo caso, su tutte le magagne e passare oltre.

Ravenna in Comune si permette di dare un consiglio non richiesto a Sindaco e Giunta: la prossima volta non vengano incaricati Del Conte o Costantini di battere qualche nuovo record di arrampicata sugli specchi. Piuttosto si ringrazi chi vigila perché i beni di tutte e tutti siano preservati nel migliore dei modi. Perché il primo compito di ogni Amministrazione dovrebbe essere quello di gestirli al meglio per conto della comunità e trasmetterli alle generazioni successive. Dare l’impressione di essere d’accordo con chi ha sparpagliato vicino alla spiaggia pezzi di corrugati e frammenti di plastiche non aiuterà l’Amministrazione de Pascale a recuperare credibilità. Certo non presso chi, in numero sempre maggiore e per ragioni pure in aumento, coltiva la speranza di una conclusione anticipata del mandato. Tra cui c’è Ravenna in Comune, ovviamente.

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Ravenna, rifiuti tra la terra del parco marittimo: la rabbia dei bagnini

Fonte: Corriere Romagna del 28 marzo 2023

One comment to “IL PARCO MARITTIMO DEI RIFIUTI EDILI”
  1. Bravi. E’ ora di mordere le caviglie a chi si riempie la bocca, negli eventi organizzati per fare bella presenza, coi soliti paroloni stra-abusati: resilienza (due balle), lotta ai cambiamenti climatici, sostenibilità, e poi A CASA PROPRIA, mette tutto sotto il tappeto. E devono pregare che abbiamo interrato solo degli “inerti” perchè se dovessero trovare rifiuti pericolosi, che rilasciano metalli o altre sostanze, farebbero bene a cominciare a cercarsi un pigiamino a righe con tanto di numero. Alle imprese: nessuno vuole che chiudano ma se si ricorre a questi metodi per avere profitto allora tu, imprenditore, rispondi in solido con il tuo capitale privato e dei tuoi parenti fino al primo grado e fino a completo ripristino ambientale. Altro che SUV da 3000 di cilindrata.

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