COLTIVARE LA MEMORIA DELL’ANTIFASCISMO

Lo abbiamo ricordato nella ricorrenza delle stragi “delle mura” e “della capra”: nel 1944 il mese di novembre fu il mese in cui si concentrò una serie di feroci eccidi nazifascisti durante il “passaggio del fronte” dal territorio ravennate. Il culmine si raggiunse nell’ultimo massacro prima della “liberazione di Ravenna”: furono sterminati 15 nuclei familiari per un totale di 56 persone. Avvenne il 27 novembre 1944, cioè 78 anni fa, in quella che allora si chiamava Villa dell’Albero ed oggi è conosciuta come Madonna dell’Albero. Le 56 vittime vivevano nelle case di Via Nuova, ora rinominata in Via dei 56 Martiri, e nel “Borghetto”. Solo 15 erano uomini adulti, degli altri 16 erano bambini, 8 anziani e 17 le donne. La strage fu compiuta dalla 114a Jaeger Division, reparto di fanteria dell’esercito tedesco incaricato dell’ordine pubblico e ridislocato presso Ravenna proprio alla fine del 1944. La presenza di questa unità sul versante adriatico italiano fu caratterizzata da decine di atrocità e fucilazioni sommarie, un comportamento consolidatosi negli anni di operazioni antipartigiane in Jugoslavia. Nel semestre giugno-novembre del 1944 vennero uccisi 182 civili, tra cui i morti che ricordiamo oggi.

Come abbiamo già detto: «La progressiva scomparsa anche degli ultimi testimoni viventi di quei giorni rende particolarmente importante il loro ricordo per impedire il tentativo di appiattire la lotta partigiana contro i nazifascisti in una indistinta guerra civile in cui confondere chi è morto per un ideale di libertà con chi invece sosteneva la dittatura. Sono inaccettabili le commemorazioni pubbliche di figure del fascismo come Ettore Muti; sono invece doverose le onoranze tributate a memoria delle vittime di quello stesso fascismo sostenuto dai nazisti in ritirata».

Coltivare la memoria dell’antifascismo è un dovere civico e come Ravenna in Comune ricordiamo e continueremo a ricordare:

la famiglia di Chiari Giseldo (di 35 anni) e Farabegoli Guerrina (32) con i loro figli Emiliano (9), Graziella (5) e Lidia (2); la famiglia di Montanari Achille (50) e Gambi Dina (50) con i loro figli Anselmo (22) e Maria (6); la famiglia di Ricci Stefano (54) e Paganin Maria (51) con i loro figli Lina (24) e Ligio (19) e Poletti Luigia (75) zia di Maria; la famiglia di Pondi Dino (42) e Zanotti Bianca (39) con i loro figli Celso (19) e Luciano (9) e il loro nonno Francesco (74) padre di Dino; la famiglia di Gambi Adelmo (40) e Landi Lucia (34) con il loro figlio Giuseppe (12) ed il nonno Pietro (69) padre di Adelmo; la famiglia di Melandri Fabio (65) con la figlia Aminia (24); Bellavista Prima (48); la famiglia Ballardini composta da Luigi (70), dalla nuora Bentivogli Norma (33) e dai nipoti Venere (8) e Sergio (2) figli di Norma; la famiglia Gualtieri composta da  Malta Giovanna (43), da sua madre Benedetti Zaira (75) e dalla figlia Pierina (11); la famiglia di Grassi Vittorio (25) e Saura Gualtieri (19), figlia di Malta Giovanna, con il loro figlio Nevio (2); Mazzotti Teresa (55); la famiglia di Mazzotti Emidio (87) con il figlio Francesco (41); la famiglia di Mazzotti Giuseppe (53), figlio di Emidio, e Mazzesi Maria (46) con i loro figli Silvana (13), Dino (11) e Luigi (9); la famiglia di Corbari Alceste (50) e Ronchi Ermenegilda (52) con i loro figli Bruno (20), Adelmo (16), Libera (13), Enrica (24) ed il nipote Walter Triossi (2) figlio di Enrica; la famiglia di Suprani Primo (55) e Bissi Domenica (56) con la figlia Marina (31).

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A 78 anni dalla strage, si commemora l’eccidio dei 56 martiri di Madonna dell’Albero

Fonte: RavennaToday del 25 novembre 2022

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