PALA FAGNANI: IL NUOVO STOP ROVINA IL DEFILE’ DEL SINDACO MA A RIMETTERCI E’ SEMPRE LA CITTA’

Passerelle, ospitate, inaugurazioni erette a sistema non possono sostituire l’attività amministrativa. Eppure è questa, sin dal primo mandato, la cifra caratteristica del modello de Pascale. L’annuncio si sostituisce all’opera, la foto dell’inaugurazione di un cantiere vale più del certificato di collaudo. È successo ancora una volta con il nuovo inutile costosissimo Palazzetto dello Sport. Una insensata strizzata d’occhio all’orgoglio sportivo dei ravennati con la quale il duo de Pascale e Fagnani pensava di guadagnarsi la rielezione a sindaco il primo e ad assessore il secondo. Com’è andata per il secondo lo sappiamo: affossato dal voto delle urne ha lasciato la politica, almeno quella che dà da mangiare. Il primo, invece, è stato rieletto dopo aver promesso e ripromesso di tutto e di più: da improbabili boschi ad altrettanto improbabili treni ad idrogeno. Ritirando fuori, ovviamente, anche quel nuovo palazzetto che, visto l’andamento delle squadre sportive che vi dovrebbero giocare, non si capisce quali incontri di alto livello potrà mai ospitare.

Così, dopo le interdittive che avevano interessato un precedente costruttore e mentre anche sul nuovo si addensavano nubi minacciose, il Sindaco non si è smentito ed è corso ad “inaugurare” con largo anticipo un edificio ben lontano dal completamento. Il 5 aprile si è svolto il defilè con abbondanza di foto ricordo. Il 9 febbraio però erano già stati arrestati tre “imprenditori” in prima fila nel Consorzio incaricato dei lavori. Il 18 febbraio la Pigna aveva chiesto a de Pascale se se ne fosse per caso accorto. La prima risposta era stata, come detto, l’organizzazione in fretta e furia di un bel servizio fotografico. Ed ecco realizzato l’ambito “book”, ambientato tra colonne a mezza via, con Sindaco e Assessora (Del Conte che è succeduta a Fagnani) in caschetto da cantiere. Non poteva finire lì, ovviamente. La risposta definitiva, dunque, è arrivata alla vigilia di Pasqua, il 16 aprile: si è dovuto ammettere che l’interdittiva ampiamente annunciata era arrivata a destinazione anche a Ravenna. Ora si ferma tutto ufficialmente di nuovo, in attesa dei futuri “atti adottati dagli organi superiori competenti in materia”, come recita il comunicato ufficiale del Comune.

Fallito l’obiettivo di farne il giocattolo elettorale, dunque, appare remota anche la possibilità che possa ospitare la prossima edizione dell’OMC di qui ad un anno. Ravenna in Comune non è impensierita dal ritardo: un palazzetto inutile non è certo urgente. Sarà solo un cantiere in ritardo in più. Con il dePa Ravenna ha fatto tristemente l’abitudine ai rinvii nella conclusione dei cantieri. Il pensiero che al Sindaco, cui spetta di gestire le risorse della comunità, interessino di più le comparsate della buona amministrazione, invece, quello sì, per forza, non può che preoccuparci. Per il nuovo palazzetto, per ora, le previsioni di spesa sono lievitate a circa 15 milioni di euro, senza contare però gli oneri per l’ordinaria gestione a regime, che si preannuncia molto costosa. Gli interrogativi sulla “tenuta economica” dell’operazione sono legittimi. Quelli sulla sua “utilità” a due passi da una struttura gemella, il pala De Andrè (appena abbandonato dallo storico gestore), sono altrettanto importanti. Almeno per la cittadinanza. A de Pascale, invece, sembra importare solo l’accumulo di materiale propagandistico per la sua infinita campagna elettorale.

[nell’immagine: le colonne del Pala Fagnani in costruzione sullo sfondo del Pala De Andrè durante il defilè del 5 aprile scorso, due mesi dopo le prime avvisaglie dell’incombenza di nuovi guai sull’appalto]

#RavennainComune #Ravenna #palazzetto

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Interdittiva antimafia: stop ai lavori al palasport di Ravenna

Fonte: Corriere Romagna del 16 aprile 2022

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