SICUREZZA SUL LAVORO: NON NASCONDIAMOCI DIETRO PROTOCOLLI CHE RESTANO LETTERA MORTA

Dopo le morti di Vasile e Antonio, le prime e speriamo anche ultime morti su lavoro quest’anno, de Pascale ha convocato un incontro per il prossimo 3 marzo. Il tema è l’individuazione di soluzioni idonee a salvaguardare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Lo strumento ipotizzato è la sottoscrizione di un Patto Territoriale che, lo ammettiamo, non ci convince, visti i precedenti degli altri accordi. La convocazione l’ha fatta come Presidente della Provincia, in realtà, ed era una richiesta che le organizzazioni sindacali gli avevano rivolto ancora sei mesi fa. Il tema della sicurezza sul lavoro, del resto non ha mai appassionato troppo de Pascale che ha sempre cercato di tenerlo lontano. Nella scorsa consigliatura, come Ravenna in Comune siamo riusciti a raggiungere uno degli obiettivi del nostro programma elettorale: la costituzione dell’Osservatorio per la legalità e la sicurezza sul lavoro. Il Sindaco, però, ha condizionato la sua istituzione al suo contestuale decentramento presso la Prefettura. Da quando è stato istituito lo abbiamo visto riunire solo due volte. Una all’anno. E ora è tutto fermo in attesa della designazione del prossimo Prefetto.

Il nostro consigliere all’epoca, Massimo Manzoli, aveva invitato già l’estate scorsa de Pascale ad «ammettere che così non funziona e a creare un osservatorio comunale mettendoci combustibile, cioè persone e risorse». Coerentemente con quanto dicevamo, cioè con la volontà di tenersene ben lontano, de Pascale aveva respinto la richiesta: «Il consigliere Manzoli è molto attento a queste tematiche, legalità e sicurezza sul lavoro, e per questo ogni proposta è ben accetta. Però non credo che spostare l’osservatorio dalla prefettura, che è l’ente preposto alla sicurezza, al Comune possa essere davvero incisivo».

Noi, come detto, siamo di diverso avviso e ci troviamo in nutrita compagnia. Ben tre candidati sindaco alle ultime elezioni hanno aderito al nostro appello: Gianfranco Santini per Potere al Popolo, Alessandro Bongarzone per i Comunisti Uniti e Lorenzo Ferri per il Partito Comunista. Passate le elezioni abbiamo riscontrato identità di vedute anche con i sindacati. Ha detto Marinella Melandri, segretaria della Camera del Lavoro di Ravenna subito dopo aver saputo della morte di Vasile: «L’Osservatorio non ha le caratteristiche di operatività che auspicavamo, se non fare il punto sugli interventi necessari, a partire dalla scarsità di controlli. Serve solo se i soggetti gli riconoscono una funzione. Ad oggi non è così. Si riunisce su convocazione del prefetto ma con queste modalità non incide sul fenomeno».

In un’intervista uscita ieri, Manzoli ha confermato quanto detto più volte: «In Consiglio chiedemmo l’istituzione di un osservatorio comunale, con una struttura interna dedicata. Quello che è stato fatto finora è del tutto insufficiente. La maggioranza lo volle in capo alla Prefettura, ma l’attualità ci dice che sul tema non stiamo facendo abbastanza. Non mi risulta che abbia messo in campo delle azioni, invece occorre un monitoraggio su ciò che accade e interventi mirati sul territorio […]. La soluzione del problema non può essere la redazione di protocolli che rimangono lettera morta». Ravenna in Comune, l’opposizione di sinistra, i sindacati e le lavoratrici e i lavoratori continuano ad aspettare dal Sindaco quell’incisività sulla sicurezza del lavoro che finora ha soltanto evocato di sfuggita. Non permettiamo alla lista delle morti di allungarsi ancora!

#RavennainComune #Ravenna #lavoro #sicurezza #osservatorio

____________________________________

PARLA L’EX CONSIGLIERE MANZOLI

Morti bianche, ora serve la svolta «La politica si prenda responsabilità»

Ieri nuova manifestazione dopo l’ennesimo incidente sul lavoro avvenuto nei giorni scorsi. Si riunisce per la prima volta l’Osservatorio: «Ma i protocolli da soli non bastano»

Presidio Slai Cobas ieri pomeriggio in prossimità della rotonda di via della Lirica e della sede di Delta Ambiente, cooperativa per cui lavorava Pierantonio Ferraresi, vittima nei giorni scorsi di un infortunio sul lavoro a Cervia, mentre potava dei pini. Michele De Pascale, in qualità di presidente della Provincia chiama a raccolta i sindaci di Cervia e Russi, i rappresentanti della Bassa Romagna e dell’Unione faentina, i sindacati e i rappresentanti delle associazioni di categoria, di Inail, Ispettorato del lavoro, Inps e Ausl per parlare di sicurezza e legalità sui luoghi di lavoro. Ma rimane aperto il tema della reale utilità dell’Osservatorio per la legalità e sicurezza, inaugurato nel 2020 in capo alla Prefettura. Lo strumento si è riunito una sola volta nel 2021, e per i sindacati non ha prodotto risultati sensibili.

L’osservatorio

«In consiglio – racconta l’ex consigliere della lista Ravenna In Comune Massimo Manzoli, attivista dell’associazione anti mafia “La banda” – chiedemmo l’istituzione di un osservatorio comunale, con una struttura interna dedicata. Quello che è stato fatto finora è del tutto insufficiente. La maggioranza la volle in capo alla Prefettura, ma l’attualità ci dice che sul tema non stiamo facendo abbastanza. Non mi risulta che abbia messo in campo delle azioni, invece occorre un monitoraggio su ciò che accade e interventi mirati sul territorio che ha vocazioni legate all’energia, alla chimica, all’agricoltura». E sull’iniziativa di De Pascale presa mentre si attende la nomina del nuovo prefetto, Manzoli ammonisce: «È necessario spostare la gestione dell’Osservatorio al Comune o se si vuole alla Provincia per dare una guida politica. La soluzione del problema non può essere la redazione di protocolli che rimangono lettera morta. Se questa iniziativa vuole andare in quella direzione ben venga, con la promessa però di investire risorse. Se invece è solo legata all’assenza del prefetto, allora torneremo a fare le stesse cose, e così nulla cambierà». Per l’ex consigliere l’Osservatorio deve essere territoriale e deve far funzionare i protocolli. «Per quanto riguarda la legalità il 25 febbraio al Mama’s presentiamo “Idra – Il dossier sulle mafie in Emilia Romagna” che abbiamo redatto come associazione “La banda”, realtà che gestisce il sito mafiesottocasa.it. Non partiamo più solo dalle inchieste giudiziarie ma anche dai fenomeni presenti anche se in regione non hanno ancora prodotto condanne per mafia, come avviene per i reati ambientali o il caporalato».

Chara Bissi
Fonte: CorriereRomagna del 22 febbraio 2022

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.