LA MORTE DI VASILE MERITA RISPETTO: STIAMO ANCORA ASPETTANDO LA RISPOSTA DELLE ISTITUZIONI

Sabato pomeriggio Ravenna in Comune era assieme a Potere al Popolo e a cittadine e cittadini davanti al cantiere ora sotto sequestro di via Carso dove è finita la vita di Vasile Burcut, primo morto durante il lavoro a Ravenna nel 2022. Il presidio e la commemorazione erano stati indetti dal sindacato Slai Cobas. Nei giorni scorsi anche i sindacati confederali si erano espressi. Forse ci è sfuggito ma non abbiamo sentito nessuno parlare a livello istituzionale. Eppure alla gravità del fatto si aggiunge che tutto è stato praticamente nascosto per due giorni: Vasile non è sopravvissuto alla giornata lavorativa di venerdì ma la cittadinanza non ne ha avuto notizia sino a domenica. Su un lato della cancellata un mazzo di fiori rappresenta il saluto della moglie di Vasile. Nessuna lavoratrice e nessun lavoratore dovrebbe mai trovarsi a mettere a rischio la propria vita in cambio dei mezzi di sussistenza. Eppure anche a Ravenna accade. Sempre più spesso. Non vogliamo che riaccada. Non vogliamo che passi sotto silenzio. Pretendiamo rispetto per la vita di chi lavora. E per il diritto di avere giustizia, di sapere cosa è successo e perché è successo.

Dopo un anno aspettiamo ancora di sapere cosa sia accaduto a Christian, che aveva solo 26 anni, mentre si trovava in un cantiere di Hera. E dopo due cosa sia accaduto a Franco, morto ad una settimana dalla pensione in un’azienda del porto. E si potrebbero fare altri nomi: 1.404 lo scorso anno. Già 133 in questo.

Lo si è sentito dire forte e chiaro al presidio di via Carso: è il profitto a causare le morti, i ferimenti, le malattie professionali… Basta seguire il denaro, come insegnava Falcone per stanare la mafia, e si trova chi è il colpevole. Non già le ruote intermedie dell’ingranaggio che, qualche volta, rimangono impigliate negli atti giudiziari: manager e colleghi. La responsabilità è sempre del padrone, per quanti filtri, appalti, subappalti, abbia interposto fra il suo portafoglio e i lavoratori che glielo riempiono.

Lo si è sentito dire al presidio di Via Carso, ma lo abbiamo sentito anche dai confederali: l’Osservatorio sulla legalità e la sicurezza del lavoro è stato talmente depotenziato da non servire più a niente. Occorrono controlli, tanti e a sorpresa. Occorre che l’Osservatorio indichi le priorità dei controlli, che sia portato a livello Comunale, dotato di risorse finanziarie, di personale, che funzioni, insomma! Rompiamo il silenzio delle istituzioni che, oramai, non fanno nemmeno più pubbliche condoglianze. Vogliamo risposte.  

[nell’immagine: l’accesso al cantiere sotto sequestro di via Carso a Ravenna sabato pomeriggio durante la manifestazione]

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Presidio in via Carso davanti al cantiere dove è morto il muratore Vasile Burcut

Fonte: RavennaWebTv del 12 febbraio 2022

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