E’ TEMPO DI RIPRENDERE IL DISCORSO SUL SUPERAMENTO DELL’EMERGENZA DA COVID 19

Le recenti polemiche innescate dalla ribalta nazionale ottenuta da Sindaco e Comandante della Polizia Municipale sui controlli del rispetto dell’isolamento domiciliare, forse, consentiranno di riaprire un dibattito troppo presto concluso. Su come il Covid-19 e soprattutto le scelte politiche con cui è stato affrontato stanno impattando e condizioneranno nei mesi/anni a venire le nostre vite. Qualcosa che avevamo iniziato a fare nel 2020, ospitando riflessioni provenienti da vari ambiti, dal teatro all’architettura, dall’agricoltura alla medicina (tanto per dirne qualcuno) per ragionare sul presente e prospettare un futuro migliore. PostCovid-19.

A livello locale, ma anche nazionale, purtroppo, la discussione si è polarizzata su temi che sembrano fatti apposta per catturare l’attenzione del momento a scapito del ragionamento di maggior respiro. Sportivi e virologi, politicanti e pseudogiornalisti hanno monopolizzato ogni spazio. È stata una linea deliberatamente seguita per evitare di rispondere a domande quali “come evitare la compressione della democrazia in un contesto emergenziale” e “quali cambiamenti introdurre nel modello di società per non riprodurre i meccanismi che hanno consentito all’epidemia di dilagare in modo così pervasivo”. Come se ogni scelta politica intrapresa tra le tante possibili dovesse per forza essere supportata, ogni volta, da atti di fede in una scienza che, invece, non è una chiesa ma un metodo. Il metodo scientifico è fatto di teorie, sperimentazioni, confutazioni e sostituzioni con altre teorie ritenute volta a volta più idonee ad affrontare le sfide del presente. E del futuro.

Chiediamo pertanto di aggiornare la discussione mettendo al centro dell’attenzione il fatto che, ad esempio, come appena evidenziato anche da Amnesty International, da due anni a livello nazionale e a livello locale si giustifichino con uno stato di emergenza privo di supporto costituzionale limitazioni di diritti, quelli sì costituzionalmente garantiti, che dovrebbero sottostare a condizioni di necessità, temporaneità e proporzionalità. E che invece, questo siamo noi a sostenerlo, appaiono imposte più per compiacere le esigenze del capitalismo finanziario che quelle della salute pubblica. Quanto sono state condizionanti, ad esempio, tali esigenze rispetto al mancato ricorso in questo ultimo mese in maniera generalizzata a forme di lavoro a distanza che avrebbero, evidentemente, ridotto enormemente le capacità diffusive del virus? Sono in corso indagini sui morti provocati dalle mancate chiusure ad inizio pandemia ma “il metodo” non cambia.

Chiediamo inoltre di non dare per scontato sempre e comunque il ritorno ad una “normalità” post emergenziale quando essa stessa è causa di danno. Decisioni che si credevano assunte e invece poi rinviate, come quel cambio di passo annunciato dal Sindaco all’indomani della dichiarazione di emergenza climatica. L’evoluzione verso forme di energia completamente rinnovabili. La spinta ad una sanità pubblica efficiente e per tutti. L’abbandono di una scuola svolta entro spazi insicuri e tipo classi-sardina. L’applicazione puntuale e immediata del senso letterale del consumo di suolo zero. Eccetera eccetera.

Di certo la gestione dell’epidemia ha aumentato le diseguaglianze, non le ha ridotte.

Vogliamo parlare di questo invece di accettare che il dibattito verta sul solo colore delle mascherine?

#RavennainComune #Ravenna #postcovid19

___________________________________

Posizione di Amnesty International Italia sulle misure adottate dal governo per combattere il covid-19

Fonte: L’Indipendente del 16 gennaio 2022

_________________________________________________

Quarantene, i controlli fanno discutere

Fonte: Il Resto del Carlino del 15 gennaio 2022

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.