PILLOLE DI PROGRAMMA RIC: AL TURISMO NON BASTA UN CARTELLO

Turismo. Alcuni estratti dal programma di Ravenna in Comune:

«La grande questione per la rinascita di Ravenna è l’ambizione a diventare un vero centro a vocazione turistica, cosa mai avvenuta come dimostrano tutti gli indicatori, a causa di scelte timide, contraddittorie e mal coordinate. Il turismo oggi richiede proposte molecolari, diffuse e ben coordinate, capaci di rispondere ad esigenze e nicchie diversificate allo scopo di prolungare i soggiorni. Chi visita la città deve avere la percezione di non aver mai finito di conoscerla e visitarla, piuttosto che l’impressione di non aver nulla da fare dopo un pomeriggio tra i mosaici».

«Ora non è così purtroppo. La costa mostra chiaramente i segni di questa scarsa progettualità. […] La spiaggia deve essere sempre ricettacolo di iniziative capaci di attirare le diverse fasce d’età. Questo deve essere fatto ponendo grande attenzione al rispetto dell’ambiente, che è una risorsa da mantenere e valorizzare rispetto alle scelte urbanistiche senza alcun ritorno come Marinara. I Lidi poi devono essere maggiormente integrati con la città sia da un punto di vista di offerta turistica che di trasporti, che colleghino le aree in maniera regolare e adeguata. L’attenzione per la riviera comprende anche un rilancio delle attività a Marina di Ravenna e negli altri centri, dove è essenziale dare impulso ad iniziative culturali e ricreative durante tutto l’anno. Tutto questo è possibile solo con un no secco alle trivellazioni. La ragione è semplice: con le trivellazioni progettate, la riviera sarebbe destinata a scomparire con gravissime ricadute sul comparto e l’occupazione».

«Il nostro territorio offre una incomparabile ricchezza naturalistica che andrebbe altrettanto promossa. L’area Nord e le zone umide richiedono una nuova attenzione e la proposta di itinerari che ne sfruttino maggiormente le opportunità con un potenziamento dei parchi e delle visite dedicate. In particolare vanno stimolati il cicloturismo, i percorsi paesaggistici e quelli enogastronomici di qualità. Gli interventi in tale ambito devono essere improntati al rispetto del patrimonio naturale e ad una azione di promozione e coordinamento […]. Questo dovrebbe favorire anche tutta l’area Sud del ravennate investendo sulla capacità di promuovere particolarmente le aree fluviali ed una integrazione forte con l’agricoltura e l’allevamento di qualità tramite gli agriturismi, ma anche stimolando le produzioni biologiche».

Si tratta solo di un assaggio di quello che sosteniamo sin dal 2016. Fa un po’ ridere (o piangere) leggere invece delle iniziative promosse dall’attuale sindaco e dalla sua maggioranza come misure (disperate) per promuovere il settore turistico in extremis (visto che il mandato è agli sgoccioli). «Pochi sanno – ha spiegato il sindaco – che Lido di Savio ha uno storico legame con la Città di Bologna, da cui provenivano i primi investitori che svilupparono il lido alla fine degli anni ‘50. I primi atti indicano la denominazione storica in “Bologna Marittima”, altre fonti e la memoria popolare in “Bologna Mare” e quindi per decidere vogliamo coinvolgere cittadini, turisti e operatori economici». Perciò dal 12 al 15 agosto il sito del Comune è stato interessato da una sorta di consultazione referendaria. Un sondaggio per individuare la denominazione da inserire nei cartelli turistici di Lido di Savio.

Il comunicato ufficiale di ieri del Comune di Ravenna (perché c’è pure un comunicato ufficiale!) ha precisato che sono stati «2244 i cittadini e i turisti che hanno partecipato al sondaggio promosso dal Comune di Ravenna per scegliere la denominazione da inserire nei cartelli turistici di Lido di Savio (si precisa che si tratta dei caratteristici cartelli turistici di colore marrone e non dei cartelli bianchi di località e che la frazione continuerà a chiamarsi Lido di Savio). […] Dei 2244 votanti (tra i quali 1015 turisti) 1118 (il 49,82 per cento) si sono espressi a favore di “Bologna Marittima” e 1126 (il 50,18 per cento) a favore di “Bologna Mare”, che quindi è risultata la denominazione vincitrice». A perdere, ancora una volta, è stata l’ambizione di Ravenna ad una rilevanza turistica comparabile alla potenziale offerta.

[Lido di Savio/Bologna Mare durante gli allagamenti di sei anni fa]

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