IL COMUNE E IL MALINTESO SENSO DEL DECORO

L’arte di strada (street art) o arte urbana è per sua natura non permanente. Il fatto stesso che, spesso, sia realizzata in assenza di esplicita autorizzazione può essere causa di rimozione nel lungo periodo. Anzi, quando si tenta di renderla permanente, a volte, è lo stesso artista a distruggerla. Come nel caso del gesto autoiconoclasta dello street artist Blu, che ha cancellato tutte le sue opere dai muri di Bologna prima che venissero staccate e musealizzate contro la sua volontà. Detto questo, però, lasciano il segno le parole rilasciate in un’intervista a Settesere da Marco Miccoli, presidente dell’associazione Culturale Indastria e direttore artistico a Ravenna dal 2014 di Subsidenze Street Art Festival (tra l’altro in collaborazione proprio con l’assessorato della Morigi):

 «Gran parte degli interventi che erano in via Cavour ad altezza uomo sono stati cancellati. […] Quello che mi dispiace è che, in nome del decoro, si debbano togliere opere d’arte».

Il riferimento è alle cancellazioni fatte eseguire dal Comune in occasione del passaggio del Giro d’Italia. Altre recenti occasioni “buone” per eliminarne un altro po’ si sono avute in occasione della visita del presidente Mattarella e della ministra Azzolina. Come il «Dante di Blub che si trovava all’Oriani, in via Da Polenta, e per il quale avevo ricevuto un tacito consenso» ricorda Miccoli. Insomma, il verificarsi di qualche evento o l’arrivo di qualche ospite di riguardo costituisce sempre l’occasione “più propizia” per fare muro pulito di opere di artisti anche di rilevanza mondiale ma, evidentemente, ancora non accettati come arte “normale” da qualche assessorato preposto al “decoro urbano”.

Come Ravenna in Comune ribadiamo il nostro più totale dissenso rispetto ad un volutamente malinteso senso del decoro dietro il quale l’Amministrazione de Pascale spesso si nasconde. Il recente regolamento di polizia urbana che tanto piace al vice Sindaco Fusignani perché, con la scusa del decoro appunto, cerca di rimuovere la povertà dalle strade e dalle coscienze dovrebbe pur insegnare qualcosa.

Per noi resta fondamentale lo slogan con cui ci presentammo alla campagna elettorale del 2016: con la cultura si mangia. Che non sia un’utopia lo dimostra proprio l’urban art. Le guide di Ravenna, infatti, hanno da tempo inserito gli itinerari di street art tra le proposte di visite per i turisti. Non ci sembra il caso di obbligarle a corsi settimanali di aggiornamento perché le opere oggetto di visita vengono cancellate!

[nell’immagine: a sinistra via Da Polenta con il Dante di Blub; a destra la nuda “bellezza” dello sportello dopo la cancellazione di Dante]

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Ravenna, opere d’arte urbana cancellate per il Giro, Miccoli: “Non dite che è per decoro”

Fonte: Setteserequi del 27 maggio 2021

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