NON PERDIAMO I SERVIZI NEL FORESE

Più volte abbiamo lamentato come durante questi cinque anni il forese sia stato sostanzialmente dimenticato dall’Amministrazione comunale. Non è solo una questione di opere mancate o rinviate, pur importante. Certo, le vicende dei ponti da rifare e delle strade da mettere a posto hanno giustamente meritato i titoli dei giornali. Ma qui intendiamo il quotidiano: la posta, la banca, la vita sociale, la possibilità di usare la bici invece dell’auto, la scuola, i negozi di vicinato, farmacie, sanità, ecc. ecc. Questi sono i riferimenti per consentire di non dipendere in tutto e per tutto dal capoluogo. Così riportiamo con piacere l’intervento dei sindacati fortemente critico verso queste assenze della Giunta. Anche, perché, sostanzialmente, siamo d’accordo.

[nell’immagine: la scuola primaria di Roncalceci per la quale si sono diffuse notizie sulla possibilità di perdere la prima classe ed altre mancate attivazioni di servizi per la comunità]

#MassimoManzoli #RavennainComune #Ravenna #forese

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“Non perdiamo i servizi nel forese”

La cronaca locale ha riportato l’ennesima notizia di impoverimento di servizi essenziali e primari nei piccoli paesi del territorio. L’ultima, in ordine di tempo, riguarda la decisione di un istituto di credito di chiudere lo sportello al pubblico presente a Casalborsetti, mantenendo il solo servizio Atm (box per prelievi, pagamento utenze ect). Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil sono preoccupati per l’impoverimento di servizi fondamentali per i cittadini. Le località del forese sono in difficoltà per la perdita di sportelli bancari, uffici postali e anche piccoli esercizi commerciali. Per questo motivo si auspica nelle scelte future un maggior coinvolgimento delle rappresentanze locali e di chi opera sul territorio: comitati cittadini, Pro Loco, associazioni di rappresentanza e volontariato. “La mancanza di un ufficio postale, di una filiale di banca, di un forno, di una macelleria può trasformarsi in seria difficoltà per coloro che hanno un’autonomia di spostamento limitata e non hanno parenti in grado di aiutarli – spiegano Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil –. Chiediamo di ripristinare al più presto i canali di partecipazione con i cittadini per costruire e decidere insieme le soluzioni più opportune. Troppo spesso riceviamo mail o telefonate di nostri pensionati che si sentono abbandonati. Gli anziani soffrono molto, per esempio, per la difficoltà di interlocuzione con il proprio medico di base. Se da un lato rappresenta un passo in avanti l’introduzione della prescrizione di farmaci attraverso la ricetta dematerializzata, che permette di recarsi in qualsiasi farmacia per ritirare la terapia farmacologica, resta però un grosso problema quello delle visite. Il problema si accentua proprio nel forese, dove a seguito di pensionamenti di medici, si devono aspettare periodi anche lunghi prima dell’arrivo di una sostituzione, oppure come nel caso di San Pancrazio dove, da alcuni mesi, per incontrare il medico di medicina generale per una parte di cittadini è necessario spostarsi su Russi. Siamo di fronte a disagi che non facilitano la popolazione anziana e che creano crescente malumore. Dobbiamo riprendere e rilanciare il ruolo delle case delle salute e della Medicina di prossimità”.

[da Appunti da Lavoro, periodico della CGIL Provincia di Ravenna]

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