LA CURA DEL PORTO

Anche il Propeller di Ravenna bacchetta (anzi, randella) la Giunta sul Porto. Riportiamo alcuni passi dell’intervista di Elena Nencini all’avv. Simone Bassi (“Bassi (Propeller) traccia un bilancio e chiede maggior interesse per il settore”) per Settesere. Bassi presiede l’International Propeller Club di Ravenna ed è anche vice Presidente di quello nazionale. A Ravenna sono circa 170 soci che vivono delle attività del porto di Ravenna: agenti, spedizionieri, avvocati marittimisti, doganalisti, ecc.  Si tratta di una associazione di imprenditori e non di lavoratori portuali, quindi, ma questa volta in più punti ci siamo trovati d’accordo.

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Per quanto riguarda la logistica e in particolare il trasporto su ferro, cosa sarebbe utile al porto di Ravenna?

«La richiesta è semplicissima: adesso che abbiamo benedetto l’hub portuale, che siamo arrivati all’assegnazione dei lavori, che abbiamo fatto dei passi in avanti, per quello che riguarda le ferrovie invece non ci siamo proprio. Si continua a parlare delle due stazioni, destra e sinistra Candiano, ma non si è visto un bel niente. Si parla di progetti, ma di concreto non c’è nulla. Ci vuole un raddoppio integrale della linea Ravenna-Castelbolognese, così come anche la linea di Faenza andrebbe adeguata. Sento chiacchiere dal 1988, ma di fatto ancora nulla. Adesso con il Recovery fund vedo delle possibilità e invece non capisco perché non sia stata inserito niente a questo proposito. Mi sembra che le istituzioni giochino a nascondino. Nei 5 anni di esecuzione del Piano si potrebbero attuare molte azioni in questo senso. L’ideale sarebbe instradare, sul terzo binario, di giorno, un servizio treni passeggeri ad alta velocità e di notte i convogli merci. Sul vecchio binario invece si potrebbero far girare i treni locali».

Dal vostro osservatorio come percepite la crisi?

«Il vero problema è che siamo caratterizzati da piccole e medie imprese, che sono andate più in difficoltà a causa della pandemia. Tra quelle più grandi c’è stato anche chi ci ha guadagnato, ma parliamo di casi rarissimi. Anche qualche servizio di trasporto ci ha guadagnato. Se guardiamo invece ai  teu, al numero di approdi, ai container c’è stato un calo spaventoso che ha comportato meno lavoro per tutti».

Pensate che la politica abbia preso a cuore il porto?

«Non c’è stata grande attenzione. Nel ciclo precedente di incontri che abbiamo organizzato non c’è stato nessuno della giunta comunale che abbia partecipato, che si sia interessato. Eppure il porto per Ravenna rappresenta almeno un 70% dell’occupazione. Se non funziona il porto c’è tanta gente che va in crisi».

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Che dire? Che il futuro del porto, non fosse proprio al centro dei pensieri della Giunta ce ne eravamo un po’ accorti anche noi di Ravenna in Comune. Altrimenti temi come l’avvio delle manutenzioni sarebbero stati affrontati un po’ prima e l’elettrificazione delle banchine sarebbe un obiettivo cardine del nuovo porto. Quanto alle ferrovie, al di là del secondo sottopasso e del rifacimento di un ponte che già c’era, stiamo ancora aspettando. Nel frattempo continuiamo a sollecitare la Giunta in Consiglio e sul territorio.

#MassimoManzoli #RavennainComune #Ravenna #porto

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Bassi (Propeller) traccia un bilancio e chiede maggior interesse per il settore

Fonte: Settesere del 19 aprile 2021

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