COVID-19: AUSL ROMAGNA È GIÀ ROSSA

Il preallerta era stato dato già da lunedì, ma da ieri è stato ufficializzato: l’Ausl Romagna è passata al terzo livello, quello “rosso”, il più alto nel piano della gestione dei posti letto nell’emergenza Covid. Significa convertire all’uso dei pazienti Covid i posti letto destinati ad altre patologie. Con problemi evidenti per riuscire a mantenere un livello adeguato di prestazioni per i pazienti non Covid. Nel mese di settembre l’Ausl aveva approntato un piano integrato tra tutti gli ospedali romagnoli con una scala di tre livelli di emergenza. In poco più di un mese è stata scalata tutta. Il passaggio al terzo livello è conseguente all’occupazione di oltre l’80% dei posti di area internistico-pneumologica e prevede l’attivazione, graduale, di 529 letti dedicati ai pazienti Covid, di cui 75 di terapia intensiva. E per capire come siamo messi basta ascoltare le affermazioni della stessa Ausl Romagna per cui “l’Azienda è già in contatto con la sanità privata per chiedere ulteriori integrazioni di prestazioni da parte loro”.

Solo pochi giorni fa Tiziano Carradori, mentre già eravamo al livello “arancione”, aveva dichiarato: “Non c’è emergenza posti letto. Il dato vero però, di cui si parla troppo poco, è che mancano medici, e si faticano a trovare”. Davvero? E ci si è chiesti il perché? Non è che dipende dai bandi di avviso pubblico finalizzati al reclutamento di personale?

Basta leggere i bandi appena scaduti lo scorso 5 novembre. Si stanno proponendo solo posti a termine: nessun contratto a tempo indeterminato. Perché un lavoratore, medico o meno, dovrebbe accettare il rischio di venire a contatto con pazienti positivi al Covid-19 ed essere a sua volta contagiato con la prospettiva di essere lasciato a casa ad emergenza finita? Non è un rischio ipotetico: secondo gli ultimi dati Inail sono stati attribuiti agli esiti mortali per contagio da Covid-19 almeno 319 decessi di lavoratori al 30 settembre. Quindi senza tener conto delle conseguenze della seconda ondata in atto.

In altri termini, la sanità pubblica in Emilia-Romagna scimmiotta il settore privato, Carradori si comporta con il personale sanitario come un padrone qualsiasi. Del resto, nei suoi pellegrinaggi in giro per le direzioni della sanità pubblica romagnola e ferrarese è stato parte per un quarto di secolo delle politiche della cosiddetta “razionalizzazione” della spesa sanitaria, dei tagli del personale, della riduzione dei posti letto, delle chiusure degli ospedali periferici e dei punti nascita e dalla nascita dell’auslona romagnola.   

C’è poco da stupirsi se i lavoratori della sanità “si faticano a trovare”…

[Nella fotografia la tenda pre-triage montata all’ospedale di Ravenna durante la prima ondata della pandemia]

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L’Ausl passa al livello ‘rosso’: “Se peggiora saremo costretti a limitare le attività sanitarie”. Ora è ufficiale: come anticipato lunedì, l’Ausl Romagna passa al terzo livello, quello “rosso”, il più alto nel piano della gestione dei posti letto nell’emergenza Covid

Fonte: RavennaToday del 10 novembre 2020

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Covid, il dg dell’Ausl Romagna Carradori: “Non c’è emergenza posti letto, la trincea rimane il territorio”

Fonte: Setteserequi del 31 ottobre 2020

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