CON LA CULTURA SI MANGIA. O, ALMENO, SI DOVREBBE

Il Battistero degli Ariani è fuori servizio. Anche il Museo Nazionale, però, che fa capo alla stessa Amministrazione statale (la Direzione Generale dei Musei del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, cioè il MiBACT) è a mezzo servizio. Anzi, meno: è aperto infatti solo due giorni a settimana, martedì e venerdì. Va avanti così da più di un mese, cioè da quando ha “riaperto” dopo la chiusura per la pandemia. Molti ravennati potrebbero non essersene nemmeno accorti visto che, ovviamente, non ci entrano tutti i mesi, ma per chi campa di turismo culturale (o almeno ci prova, anche se è sempre più difficile) e per turisti e visitatori è una ferita aperta. Il Museo, che sta finendo proprio per questa notizia sulla stampa specialistica e non, fornisce qualche chiarimento attraverso un post su facebook:

«Grazie a un sintetico articolo di @ravennaedintorninews molti cittadini hanno scoperto che da un mese ormai il Museo di Ravenna è aperto solo due giorni a settimana. Il problema non si riassume solo nella mancanza dei volontari Auser: il volontario non è mai una componente prioritaria nei nostri siti ma una valida risorsa. Se avete tempo di leggere cerchiamo di fare chiarezza.

  • Il Museo non può assumere: si diventa assistenti alla vigilanza – così come funzionari – solo preparandosi e superando un concorso pubblico.
  • Il numero dei custodi (o assistenti alla vigilanza) si è dimezzato negli ultimi anni. Nessun concorso = nessuna sostituzione dei pensionati.
  • I custodi fanno servizio a rotazione su tutti i monumenti di competenza del MiBACT a Ravenna. Per assicurare la regolare apertura dei siti più visitati si sono ridotte le aperture degli altri monumenti. Questione di coperta corta…
  • Il personale (già sotto organico) si è purtroppo ulteriormente ridotto causa Covid-19.
  • Il concorso bandito dal Ministero per assumere nuovo personale è ancora bloccato…

Grazie per aver letto tutta la spiegazione: tu vuoi che il museo sia di nuovo aperto (è quello che desideriamo anche noi) e contiamo su di te per sostenerci e mantenere alto l’interesse dell’opinione pubblica sulla necessità di nuove leve e assunzioni di giovani motivati nella Pubblica Amministrazione».

Come Ravenna in Comune comprendiamo le difficoltà ma non possiamo accettarne le conseguenze. Non è accettabile in quanto mentre a parole si continua a sbandierare la centralità della cultura, nei fatti non è certo una priorità implementare quello che è un vero e proprio diritto costituzionale.

E poi, ci sono fattori di natura economica. Ravenna ha nei fatti concentrato la propria offerta culturale su quel che c’è, potendo contare su un patrimonio con scarso confronto in Europa, mettendo in secondo piano gli investimenti in mostre di richiamo. Forlì, per capirci, ha possibilità decisamente più limitate in fatto di attrattività “precostituita” e investe moltissimo nell’organizzazione di mostre di altissimo livello (con corrispondenti riscontri in fatto di visitatori).

Dunque, non ci sono scuse. E il Comune non può cavarsela scaricando le responsabilità sul Ministero, cui spettano le competenze gestionali, trattandosi di musei e monumenti nazionali. È stato a suo tempo sbandierato ai quattro venti un “accordo di valorizzazione” stipulato con il Ministero il 20 febbraio del 2017: «il Ministero e il Comune di Ravenna, in piena coerenza con le indicazioni normative appena richiamate, danno luogo ad una forma di cooperazione volta a potenziare, in una logica di migliore fruizione da parte dei visitatori, di efficienza economica e di qualificazione dell’offerta, i servizi di accoglienza e strumentali nei luoghi di cultura presenti nell’area Ravennate facenti capo al Ministero e al Comune di Ravenna, obiettivi questi di primario interesse per ambedue le parti». Tra questi luoghi sono compresi il Battistero degli Ariani e il Museo Nazionale di Ravenna. A questo fine è stata individuata «una forma speciale di partenariato con la Fondazione RavennAntica, partner proposto dal Comune di Ravenna e ritenuto idoneo, finalizzata alla valorizzazione dei beni pubblici». Così recita l’articolo 8.

Certo, sappiamo benissimo che benché si parli di miglior fruizione da parte dei visitatori si intendono “biglietteria e merchandising”. Ma c’è comunque un accordo quadro che consente di trattare con il Ministero una forma di collaborazione atta a sopperire alle necessità attuali, sperabilmente temporanee, della Direzione Musei. Si tratterebbe di mettere a sistema una collaborazione tra Stato centrale ed Ente locale di sicuro vantaggio per entrambi. Tra l’altro con ricorso a forme di lavoro regolare e non di volontariato come spesso abusato. Segnaliamo sin da ora come Ravenna in Comune la disponibilità ad affrontare in Consiglio Comunale e nelle sedi istituzionali il tema con tutta l’urgenza che richiede.

Scrivevamo in campagna elettorale che “con la cultura si mangia”. Noi ci crediamo. E il Sindaco?

#MassimoManzoli #RavennaInComune #Ravenna #MuseoNazionale

_________________________________________________________

Niente più volontari e il Museo Nazionale resta chiuso per “carenza di personale”

Fonte: Ravenna&Dintorni del 29 luglio 2020 Con il Covid non è possibile contare sugli addetti dell’Auser e il sito ravennate è costretto a osservare orari ridotti

___________________________________________________________

Il Museo Nazionale senza personale: «Non possiamo assumere e il concorso è bloccato»

Fonte: Ravenna&Dintorni del 30 luglio 2020 Il sito è costretto a restare chiuso cinque giorni alla settimana: «Il numero dei custodi si è dimezzato negli ultimi anni»

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.