LA VERITÀ DI EROSANTEROS

Abbiamo chiesto ad ErosAntEros un contributo al ragionamento sulla ricostruzione post covid-19. Ne è scaturito un approfondimento che parla molto di sé per parlare del mondo del teatro (ma le risultanze si potrebbero estendere con facilità a gran parte di ciò che è produzione di arte non solo scenica). In ogni caso uno spaccato che mette profondamente in dicussione quello che è stato uno dei nostri più consolidati slogan della campagna elettorale 2016: con la cultura si mangia. Ecco, durante e post covid-19 con la cultura non si mangia o si mangia poco. Dunque, cosa occorre per ridare vitalità a ciò che rende la vita degna di essere vissuta? Cosa bisognerebbe approntare per non ricadere nell’incubo? Perché, si badi, l’incubo non è “solo” scoprirsi positivi dopo un tampone… Grazie ad Agata e a Davide per la condivisione.

ErosAntEros ha 10 anni di vita, poiché sorge dalla collaborazione di Davide Sacco, regista e music designer, e di Agata Tomsic, attrice e dramaturga, iniziata nel gennaio del 2010. Dopo i primi lavori concentrano le proprie indagini sul ruolo dell’artista all’interno della società contemporanea, perseguendo due principali linee di ricerca: una vicina al teatro musicale e focalizzata sul rapporto tra voce e suono, l’altra fondata sull’interrogazione drammaturgica del dispositivo teatrale e sulla relazione con lo spettatore.

#ErosAntEros #RavennaInComune #Ravenna #teatro #postcovid19

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3 giugno 2020

A partire dal 24 febbraio, a causa della pandemia, tutte le nostre attività sono state annullate, una ad una, man mano che le ordinanze arrivavano e che tutti ci rendevamo conto della gravità della situazione e del lungo periodo di emergenza che avremmo dovuto affrontare.

La sfortuna ha voluto che proprio dal 24 febbraio al 3 aprile avevamo in programma una fitta tournée organizzata in occasione dei dieci anni di ErosAntEros, con un progetto speciale di due settimane a Bologna seguito da spettacoli a Ravenna, Milano, Roma. La cancellazione di questa tournée ha rappresentato per noi un duro colpo anche soltanto dal punto di vista delle perdite economiche dirette.

Sono state settimane molto complicate, soprattutto a causa dell’incertezza, durante le quali abbiamo passato il tempo a cercare di salvare il salvabile, lavorando a opzioni a,b,c,d,e…z, disperandoci perché quanto programmato fino a una settimana prima diventava dopo qualche giorno impossibile, e anche perché né come artisti, né come operatori, né come lavoratori, sapevamo come avremmo fatto a r-esistere.

Presto abbiamo dovuto anche prendere una decisione sulle sorti dell’edizione 2020 del nostro POLIS Teatro Festival, che da tre anni a questa parte organizziamo a Ravenna a maggio. Così, dopo aver tentato varie possibilità e aver ragionato molto, ci siamo convinti che in un periodo come quello che abbiamo vissuto fosse necessario fermarsi a riflettere, ragionare insieme, lanciare pensiero che possa germogliare in altri e creare altro pensiero, piuttosto che ripartire quanto prima e come prima, perché le cose come stavano andando prima non andavano affatto bene. Abbiamo quindi annullato tutti gli eventi in programma e trasformato questa edizione in un grande convegno internazionale incentrato sulla domanda “Quale teatro per il domani?”, che è andato “in onda” sul web nelle date già previste per il festival, dal 14 al 24 maggio, ospitando una settantina tra gli artisti, operatori e studiosi di massimo livello, che abbiamo avuto la fortuna di incontrare durante i primi dieci anni del nostro percorso e dando voce anche agli spettatori attraverso una speciale chiamata. È stata una sfida formidabile per la quale abbiamo impegnato le nostre forze oltre ogni limite, lavorando letteralmente giorno e notte, senza paga, chiusi nei nostri 50mq di appartamento. Ma questi sforzi sono stai ripagati da una grande partecipazione, tanti attestati di stima e infine coronati da una bellissima notizia: siamo stati contattati da una delle più importanti case editrici teatrali italiane e ora siamo già al lavoro sulla pubblicazione di un libro su questa esperienza.

Allo stesso tempo, ci siamo affannati, con un enorme lavoro di progettazione e riprogettazione per capire le sorti della nostra coproduzione internazionale CONFINI che avrebbe dovuto debuttare il 27 giugno a Napoli Teatro Festival e il 13 luglio a Ravenna Festival. Lo spettacolo coinvolge un cast internazionale proveniente da cinque Paesi europei diversi, che avrebbe dovuto riunirsi per cinque settimane di prove tra aprile e giugno. Data la situazione, soltanto pochi giorni fa, abbiamo preso la sofferta decisione di posticipare l’intera coproduzione al 2021 e debuttare quindi a Napoli Teatro Festival e a Ravenna Festival nell’estate 2021, per poi proseguire nella stagione 2021/2022 dagli altri partner, a Lussemburgo e a Genova, e in altri teatri. A parte il fatto che si tratta di uno spettacolo al quale stiamo lavorando da due anni, questa coproduzione rappresentava più della metà del nostro bilancio 2020.

Mettendo insieme la cancellazione della tournée, l’annullamento di tutti gli eventi precedentemente programmati per POLIS e il posticipo della produzione di CONFINI al 2021, dovrebbe essere chiaro che per la nostra piccola realtà il 2020, che si prospettava come un anno fantastico, si è trasformato in un disastro. Ci siamo anche ritrovati di nuovo noi due soli a seguire tutto il lavoro quotidiano (comprese tutte le funzioni di amministrazione, organizzazione, promozione, tecnica, ecc.) quando finalmente proprio da quest’anno, dopo dieci anni, stavamo riuscendo a iniziare a investire su una giovane figura organizzativa, con la speranza di farla crescere assieme alla struttura stessa e di proseguire un percorso assieme nei prossimi anni.

La situazione non è affatto semplice e al momento non sappiamo se avremo nuovamente delle entrate prima della primavera 2021. Anche se dobbiamo dire che dal punto di vista dei finanziamenti pubblici qualcosa si è mosso e in particolare la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Ravenna hanno dimostrato di essere attente alle realtà culturali apportando anche modifiche alla normativa in vigore per aiutare la maggior parte delle realtà a non perdere i contributi 2020. Anche da parte del Ministero ci sono segnali positivi, ma riteniamo che le misure adottate siano ancora insufficienti

Infine, anche dal punto di vista di noi in quanto lavorat* la situazione è molto complicata. Ufficialmente la nostra ultima giornata di lavoro, o meglio, l’ultima giornata per la quale siamo riusciti a versarci i contributi (perché in realtà lavoriamo entrambi 30 giorni al mese e certamente molto più di 8 ore al giorno, ma la maggior parte del tempo senza paga perché non abbiamo le economie per retribuirci degnamente neppure a paga minima) è stata il 24 febbraio. Quella è stata infatti la data in cui sono stati fermati gli spettacoli in Emilia-Romagna ed è iniziato per noi il disastro.

Non vogliamo dilungarci parlando degli ammortizzatori sociali attualmente disponibili e delle relative problematiche, rischiando di annoiarvi con dettagli tecnico-amministrativi, ma secondo noi quello che manca, e che dobbiamo costruire al più presto ora, è un sistema non emergenziale, bensì strutturale di sostegno al reddito, soprattutto per chi in un modo o nell’altro ricade nella categoria di lavoratori che hanno un reddito intermittente. La nostra idea è in realtà quella di un reddito minimo universale garantito dallo Stato, valido non solo per i lavoratori dello spettacolo, ma per tutt* e sempre, con un funzionamento semplicissimo e automatico che andrebbe a sostituire tutta una serie di altre misure e che costerebbe allo Stato sostanzialmente nulla perché far arrivare poche centinaia di euro al mese a persone che non avrebbero di cosa vivere significa mettere immediatamente in circolo quel denaro.

In chiusura, tornando alla nostra realtà e alla nostra città di Ravenna, vogliamo dire che questa emergenza è arrivata proprio mentre ci trovavamo ancora una volta a insistere con l’amministrazione locale per trovare uno spazio adatto alle nostre attività e permetterci finalmente di offrire a questo territorio ciò che possiamo. Dobbiamo dire che da parte della nostra Assessora di riferimento c’è ascolto e dialogo. Ma resta il fatto che ad oggi, dopo più di 10 anni di lavoro in città e dopo aver dimostrato di saper costruire opere e progetti di massimo livello e di interesse nazionale e internazionale anche senza poter godere di economie e strutture adeguate, ErosAntEros non ha l’onore e l’onere di avere dal Comune di Ravenna alcuno spazio fisico come centro per le proprie attività e di incontro con la comunità che ne potrebbe beneficiare. Avendo sempre più riconoscimento artistico ci ritroviamo negli ultimi anni a incontrare colleghi in giro per l’Italia e per l’Europa che si dicono increduli nell’apprendere della nostra situazione in città. Siamo convinti non solo che le attività di ErosAntEros, compreso POLIS Teatro Festival, meritino un teatro in città che possa rappresentarne la sede, ma che il nostro riconoscimento nazionale e internazionale, la nostra direzione artistica e le nostre competenze, siano assolutamente in grado di portare ricchezza su questo territorio in tutti i sensi, considerando che già oggi portiamo a Ravenna il contributo che riceviamo dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Fondazione del Monte, e che se avessimo adeguato sostegno dal Comune potremmo far crescere questi contributi esponenzialmente, raggiungendo anche risorse dal Ministero e dall’UE. Tra l’altro in città manca completamente uno spazio all’europea, ovvero con una gradinata per gli spettatori e uno spazio scenico a terra per gli artisti, motivo per cui molti dei più interessanti spettacoli del teatro contemporaneo europeo non possono passare da qui. Noi saremmo felicissimi di mettere tutte le nostre competenze e quelle dei nostri collaboratori a disposizione del Comune per recuperare uno dei tantissimi immobili in disuso (che se non sono già di proprietà pubblica possono diventarlo se ce n’è la volontà) e trasformarlo in un nuovo teatro all’europea di medie dimensioni che funga da centro per le attività di ErosAntEros e quindi da nuovo motore per le arti performative contemporanee in città con una proiezione internazionale. Lo facciamo?

Davide Sacco / ErosAntEros

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Sipari chiusi ma il festival Polis di Ravenna riparte dal web sul teatro del futuro. Dal 14 maggio forum internazionale online sui destini dell’arte scenica, ideato e organizzato da ErosAntEros

Sorgente: il teatro di ErosAntEros

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