LA GRANDE BEFFA DELLA (EX)CIRCUITAZIONE DI PORTO FUORI

 

Nella serata di lunedì 11 maggio si è riunito, in via telematica, il Consiglio Territoriale dell’area Darsena, che comprende anche la zona di Porto Fuori. Tema principale della seduta è stata l’approvazione del progetto intitolato “comparto COS9 – Porto Fuori Est – via bonifica Porto Fuori” riguardante l’edificazione di un’area abitativa e commerciale inserita, in teoria, in un più ampio progetto di nuova circuitazione urbana a nord della località di Porto Fuori.

Ma la riguarda per l’appunto solo in teoria, perché in pratica, ormai, non è più così.

Il comparto in questione rappresentava in origine, nel 2010, una sorta di premio che l’amministrazione comunale aveva deciso di assegnare, sulla base della vecchia legge urbanistica regionale, al soggetto privato che secondo le intenzioni iniziali avrebbe dovuto costruire, a sue spese, una grande bretella stradale in grado di unire l’estremità est di Porto Fuori, partendo da via Bonifica, con l’estremità ovest di via Stradone, passando a nord dell’abitato e incrociando la Classicana.

Passate diverse vicissitudini e legislature, il progetto è stato suddiviso in vari spezzoni, con il risultato finale che la parte riguardante la vera e propria bretella stradale, quella da cui ha avuto origine tutta l’operazione, risulta praticamente ferma e non è stata inserita nel nuovo Piano Operativo Comunale emanato nel 2018.

Rimane perciò attivo soltanto lo spezzone che costituiva il “premio finale” per la costruzione dell’ipotetica circuitazione iniziale, quella che nei piani del Comune non esiste più. Nella fattispecie esso comporta la cementificazione di oltre 8 ettari e mezzo di terreni agricoli e l’edificazione di 17.110 metri quadrati di case e servizi a est di Porto Fuori, fra via Bonifica e via Don Primo Mazzolani.

È su questo specifico progetto che lunedì il Consiglio Territoriale della Darsena ha espresso parere contrario, dopo che per lungo tempo anche gli abitanti della località, insieme al Comitato Cittadino, hanno manifestato ripetutamente il proprio disaccordo verso un’opera che fin dall’inizio, per svariati motivi, non sembrava di alcuna utilità per il territorio. In molti sono persino arrivati a considerarla dannosa, perché la nuova circuitazione avrebbe comportato, fra l’altro, la perdita degli orti urbani che si trovano a nord dell’abitato e compromesso gli equilibri di molte attività commerciali della zona. Tuttavia, da statuto, il parere del Consiglio Territoriale non rappresenta un vincolo per il Consiglio Comunale, il quale, nei prossimi tempi, sarà chiamato a dire l’ultima parola su questo progetto e il suo verdetto, molto probabilmente, ribalterà la volontà del territorio.

Arriviamo così ad oggi con l’ennesima minaccia di cementificare un’ulteriore porzione del territorio ravennate, quando ormai tutti gli organi politici e civili, da diversi anni, sono d’accordo nel considerare altamente pericolose questo tipo di progettazioni.

Non sappiamo esattamente dove ci porteranno i curiosi percorsi che gli iter burocratici della pianificazione territoriale seguono dalle nostre parti, ma Ravenna in Comune continuerà ad impegnarsi affinché l’opera in oggetto, insieme a tutte le altre grandi cementificazioni che pendono sulla testa dei ravennati, vengano cancellate una volta per sempre. E che si torni a progettare l’urbanistica del territorio secondo dei principi validi e di reale miglioramento per le condizioni delle persone e dell’ambiente.

Luca Dubbini – consigliere territoriale di Ravenna in Comune per l’Area Darsena

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