A MARZO UN’ESPLOSIONE DEI BISOGNI

Non ci stupiscono i dati degli alti livelli di ricorso alla cassa integrazione riferiti al mese di febbraio. Solo la propaganda elettorale a buon mercato del poi eletto presidente della regione decantava un’Emilia-Romagna ai massimi livelli produttivi che già non c’era più. Nei mesi scorsi, infatti, avevamo rilevato l’utilizzo in notevole crescita dei cosiddetti ammortizzatori sociali in Regione.

Questo il testo di una nota diffusa dalla CGIL Emilia-Romagna:

«A febbraio il ricorso alla Cassa integrazione ordinaria (Cigo), a quella straordinaria (Cigs) e a quella in deroga (Cigd) è stato pari 3.460.427 ore (2.564.599 ore per quanto riguarda gli operai; 895.828 ore gli impiegati) con un aumento dell’85,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (1.592.558 ore in più).

Nel dettaglio, le ore di Cigo sono state 2.109.906, più che raddoppiate quindi rispetto alle 986.300 del 2019 (+113,9%, rispetto a un aumento nazionale del 28,1%), mentre le ore di Cigs ammontano a 1.350.521, in aumento rispetto alle 881.467 dell’anno precedente (+53,2%, concentrato nelle ore di Riorganizzazione e crisi, contro il – 20% registrato a livello nazionale).

Stiamo parlando, è bene sottolinearlo, degli ultimi ricorsi agli ammortizzatori sociali attivati prima dell’emergenza Coronavirus, i cui effetti sul tessuto lavorativo e produttivo nel nostro territorio saranno chiari solo nelle prossime settimane.

“Si tratta di un aumento importante ma non inatteso, il prosieguo di un trend di decelerazione già in atto in questa regione e segnalato anche nell’ultimo Osservatorio OEL di Ires Emilia-Romagna”, spiega Paride Amanti, della segreteria della CGIL Emilia-Romagna. Le ragioni di questa impennata sono dovute alla congiuntura internazionale, alla flessione di questi scambi, alle politiche dei dazi Usa, al rallentamento dell’economia tedesca e in parte per l’effetto lockdown cinese, che a febbraio ha messo molto in difficoltà le filiere strettamente legate alle materie prime, ai lavorati e semi lavorati cinesi. In questo contesto economico si inserisce anche l’Emilia-Romagna, “la cui capacità di stare sul mercato globale è stato il punto di forza nell’uscire prima e meglio degli altri dalla crisi, ma che in una fase di contrazione del mercato globale rappresenta anche un forte rischio”, aggiunge Amanti. […] A livello settoriale (settore contributivo INPS) le ore totali autorizzate sono state:

– 2.771.811 nell’industria (erano 1.590.212 nello stesso periodo del 2019),

– 477.398 nell’edilizia (erano 276.326),

– 211.218 nel commercio (erano 1.331)».

Questi invece i dati a livello provinciale (rispetto allo stesso periodo del 2019) in ordine di ore richieste:

Modena +478.290 ore

Bologna +401.022 ore

Piacenza -241.166 ore

Forlì-Cesena +230.785 ore

Ferrara +186.555 ore

Ravenna +168.121 ore

Reggio Emilia +163.928 ore

Parma +125.071 ore

Rimini +79.952 ore

Il peggio, ovviamente, deve ancora venire e lo si potrà quantificare correttamente solo quando saranno disponibili i dati relativi al mese corrente. Così prosegue la nota della CGIL in relazione al «COVID-19, che sta portando alla chiusura delle attività di molte realtà produttive in tutto il Paese.  “A marzo vedremo, letteralmente, un’esplosione della Cig che probabilmente non avrà paragoni nella storia italiana e regionale. È importante che il Governo garantisca tutte le risorse che servono. Ed è importante che la Regione si prepari al confronto serrato con le parti sociali non appena il picco dell’emergenza sarà superato”, sottolinea Luigi Giove, segretario generale della CGIL Emilia-Romagna».

Il Sindaco ieri ha ritenuto opportuno commentare l’annuncio di stanziamenti effettuato dal Presidente del Consiglio sabato sera:

«Dai primi calcoli che ci sono stati forniti sono stati assegnati ai comuni della provincia di Ravenna oltre 2 milioni di euro, dei quali più di 800mila per i cittadini in difficoltà del comune di Ravenna.

Le risorse saranno assegnate o direttamente ai cittadini e alle cittadine per l’acquisto di generi alimentari e di prima necessità o attraverso la rete del volontariato e associazioni ed enti del Terzo settore attivi nella distribuzione alimentare.

Sono cifre significative e indispensabili per affrontare le prossime settimane. Stiamo attraversando un momento straordinariamente difficile, inaspettato e del quale purtroppo non conosciamo la durata, che ha portato in condizioni di bisogno anche persone che fino a pochi giorni fa erano economicamente autosufficienti.

Già da domani saremo operativi per informare i cittadini su come accedere a questo tipo di aiuti mediante gli sportelli del servizio sociale, e invito, laddove ci fosse un reale bisogno, a mettere da parte qualsiasi forma di remora e farne richiesta».

È fondamentale prestare con immediatezza aiuto a chi ha bisogno. Ma è altrettanto importante comprendere che, dopo il primo soccorso, si dovrà ragionare in termini di rivoluzione sistemica senza provare a ripartire da dove si era rimasti come se nulla fosse occorso nel frattempo. Giusta, anzi doverosamente indispensabile, l’attenzione ai bisogni dell’oggi ma, fin da adesso, deve iniziare il ragionamento sulla ricostruzione del nostro modello economico-sociale senza la ripetizione degli errori che hanno concorso a rendere epocale l’epidemia in atto. Sarà pertanto opportuno che tutte e tutti diano in tal senso un contributo. Noi non ci tireremo indietro a questo proposito.

Con l’occasione, però, ci permettiamo di fare un appunto al Sindaco circa la sua comunicazione di ieri. L’invito a formulare richiesta di aiuto senza parallela diffusione dei requisiti e delle modalità per farlo altro non è che uno spot pubblicitario. E, per gli stessi motivi, è alto il rischio che si tramuti in pubblicità ingannevole. Facile infatti è prevedere che varie persone si affannino a richiedere immediatamente aiuto agli sportelli del servizio sociale, prendendo alla lettera il Sindaco, vedendosi però respinta la richiesta per non corrispondenza con requisiti e modalità di cui solo prossimamente verrà data informazione. Probabilmente non c’è consapevolezza delle dimensioni del bisogno, di fin dove siano giunti i confini della necessità. Insomma, c’è la concreta possibilità di una gran quantità di persone in accesso ad uffici che potrebbero doverle rimandare indietro a mani vuote.

C’è solo una cosa che per la cittadinanza può rivelarsi peggiore del disinteresse delle istituzioni. Si ha quando le istituzioni, dopo averla illusa, la respingono. Cerchiamo di evitarlo, oppure lo slogan “nessuno sarà lasciato indietro” risulterebbe una indegna presa in giro!

#MassimoManzoli #RavennaInComune #Ravenna #cig #CGIL #covid19

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Risorse per solidarietà alimentare del Governo: a Ravenna oltre 2 milioni per la Provincia e 800mila euro al Comune

Sorgente: L’annuncio del Sindaco dopo quello di Conte

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Cassa integrazione, “A marzo un’esplosione che non avrà paragoni nella storia”

Sorgente: i dati della cig

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