MARCEGAGLIA: RAVENNA NON È IN VENDITA

Marcegaglia, impersonata dai fratelli proprietari, ha annunciato nel giugno scorso l’intenzione di investire nello stabilimento di via Baiona un quarto di miliardo di euro nell’arco di un lustro. È una stima, ha subito aggiunto, non un impegno formale. Ma, se dovesse concretizzarsi, anche solo parzialmente, rappresenterebbe un importante fattore di implementazione delle occasioni di lavoro, sia diretto, mediante assunzione di personale impegnato nello stabilimento, che indiretto, mediante il personale impegnato a realizzare le opere, dal quarto laminatoio ai nuovi magazzini. Può comprendersi, pertanto, perché per l’annuncio fosse stato ritenuto opportuno concedere la cornice del palazzo municipale ed un pubblico nutrito di istituzioni, parti sociali e imprenditoriali. Meno comprensibile, invece, è che i soldi, reali o promessi che siano, possano completamente oscurare il ruolo di padrone tutt’altro che illuminato che Marcegaglia ha assunto nella conduzione delle proprie attività imprenditoriali.

Pensiamo all’uso e abuso del subappalto, delle cooperative, della disparità contrattuale che ne deriva e che si riverbera sui rapporti di lavoro instaurati: 870 i lavoratori diretti e 1.000 nell’indotto.

Pensiamo anche agli aspetti di criticità nella sicurezza più volte denunciati e che hanno dato luogo ad una serie di incidenti anche mortali negli ultimi anni.

Pensiamo alle criticità nei rapporti sindacali e nelle relazioni industriali da cui sono scaturiti provvedimenti disciplinari e licenziamenti nei confronti dei lavoratori.

Si tratta di un insieme di fattori che ricorda più certe fotografie dei luoghi di lavoro prese negli anni “50 del secolo scorso che l’immagine di un gruppo che si dice proiettato nel futuro, “capace di reagire a un mondo che gira sempre più veloce” (come dichiarato durante la presentazione del programma di investimenti su Ravenna).

Così non stupiscono gli ultimi due licenziamenti punitivi in ordine di tempo. Quello di un operaio reo di aver offerto il pasto, previsto dal proprio contratto e che non consumava in mensa, ad un collega di lavoro il cui contratto invece non lo prevedeva. Quello di un delegato sindacale impegnato come rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.

Qual è il clima che si respira dentro Marcegaglia? E i sindacati cosa dicono?

Fiom-CGIL: «In Marcegaglia, come in altre importanti realtà produttive, sono sempre più frequenti le esternalizzazioni e l’affidamento dei lavori in appalto. Succede così, che in un unico sito produttivo siano impegnati lavoratori di differenti ditte e questi lavoratori usufruiscano di condizioni molto diverse tra loro. Cgil e Fiom ritengono che si debba avviare un confronto approfondito affinché i lavoratori impegnati in un medesimo sito produttivo godano degli stessi diritti. Il diffuso ricorso agli appalti esterni permette alle aziende di sgravarsi di costi e responsabilità scaricandoli sui lavoratori in termini di salute e sicurezza ma anche trattamenti economici. La possibilità o meno di usufruire della mensa è sintomatico delle insopportabili differenze di trattamento in essere. Su queste problematiche si deve aprire una seria riflessione, con le aziende committenti, sulle condizioni a cui vengono esternalizzati o dati in appalto parti importanti dei loro processi produttivi».

USB: «Il clima esasperante che si respira nello stabilimento ravennate della Marcegaglia continua a segnare pesantemente le condizioni di lavoro. Capi reparto, preposti che spesso e volentieri esercitano forti pressioni quando non proprio sottili minacce di ritorsioni sui lavoratori. Capi e capetti che premiano o puniscono con cambi turno, trasferimenti, anticipo del tfr. Sbagliato ma quasi inevitabile che gli animi si accendano senza un intervento del management che riporti tutta la linea di comando al rispetto delle persone. Chiediamo alla direzione aziendale il ritiro di un licenziamento che si può e si deve evitare».

SGB: «Con il licenziamento di L.R. Marcegaglia è però andata oltre. La sanzione ha infatti un evidente fine ritorsivo nei confronti di un delegato sindacale che non ha mai abbassato la testa di fronte i capi e capetti della fabbrica. L.R. non si è mai fatto intimidire. Come delegato, anche se di un altro sindacato, l’USB, ha sostenuto con impegno le lotte di SGB contro lo sfruttamento e le violazioni dei diritti dei lavoratori degli appalti in Marcegaglia, come Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza ha con continuità difeso il diritto alla salute degli operai. Un lavoratore   scomodo   per   Marcegaglia   da   allontanare, allo stesso   modo   del lavoratore che fu trasferito solo per avere puntualmente riferito a SGB le violazioni delle norme sulla sicurezza nelle ditte in appalto nello stabilimento. Il 13 marzo SGB, assieme ad altri sindacati di base, interverrà sul tema della sicurezza sul lavoro. Non sarà solo un momento per commemorare la tragedia della Mecnavi, dove morirono come topi 13 lavoratori, ma anche l’occasione per denunciare come da allora nulla sia cambiato. Per SGB dovrà però essere anche una giornata di lotta. La tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro per noi infatti passa anche nella lotta contro le ritorsioni nei confronti di quei lavoratori che, come L.R., sono si impegnano in prima persona, rischiando le rappresaglie dei padroni, nella difesa del diritto alla salute».

Riteniamo che sia precisa responsabilità delle Istituzioni cittadine tracciare una riga invalicabile anche dalle grandi imprese insediate a Ravenna, come Marcegaglia, e dalle cooperative, come quella COFARI per la quale lavorava Lorenzo Patronici quando morì schiacciato sotto un coil in un magazzino della Marcegaglia. Se non si danno segnali inequivoci sul fatto che la promessa di investimenti, i soldi insomma, non possono “comprare” la distrazione rispetto alle tematiche della sicurezza del lavoro, dei diritti sindacali, dei corretti rapporti contrattuali, ecc., inevitabilmente quella linea sarà spostata sempre un po’ più in là dalle grandi imprese come Marcegaglia. Ed è proprio il loro comportamento a dare la linea alle piccole imprese.

Come Ravenna in Comune continuiamo a rivendicare dal Sindaco l’attuazione dell’Osservatorio per la legalità e la sicurezza del lavoro che il Consiglio Comunale ha approvato senza voti contrari la scorsa primavera. Più volte abbiamo letto sui giornali di lettere inviate dal Sindaco al Prefetto per l’istituzione dei più diversi tavoli, l’ultimo sulla crisi dell’oil&gas ad esempio, ma mai per richiedere la costituzione dell’Osservatorio. Ravenna in Comune, i lavoratori e le lavoratrici di Marcegaglia e per Marcegaglia si stanno stancando di aspettare.

#MassimoManzoli #RavennaInComune #Ravenna #Marcegaglia

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Sgb: “Il licenziamento del delegato alla Marcegaglia vuole colpire chi difende diritti e salute dei lavoratori”

Sorgente: SGB e Marcegaglia

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Marcegaglia, licenziato un delegato Usb: “Clima esasperante nello stabilimento”

Sorgente: USB e Marcegaglia

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Cgil e Fiom: “Il caso del dipendente licenziato in Marcegaglia deve aprire una riflessione sulle condizioni dei lavoratori”

Sorgente: FIOM e Marcegaglia

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Marcegaglia scommette su Ravenna: 250 milioni di investimenti e 100 nuovi posti di lavoro

Sorgente: Le istituzioni cittadine e Marcegaglia

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