GRAZIE CESTHA!

Si è conclusa abbastanza bene la vicenda della trigone Sole che lo scorso 26 agosto era stata presa a bastonate da un bagnante lungo la riva a Casalborsetti senza alcun tipo di giustificazione. L’autore del reato, perché prendere a bastonate un animale è un comportamento con conseguenze penali, venne identificato e denunciato. Considerata la pesante violenza di cui era stata fatta oggetto, oltretutto mentre stava partorendo, il fatto che si potesse arrivare al ritorno in mare della trigone non era affatto scontato. Invece, il 4 gennaio è stata liberata dopo 4 mesi di cure intense presso il centro Cestha che si trova nei locali dell’ex Mercato Ittico di Marina di Ravenna. Le cure non hanno potuto restituirle la vista ad un occhio, definitivamente perduto a causa delle percosse, ma la sua ripresa è stata considerata sufficiente per consentirle di tornare a vivere autonomamente nel suo ambiente naturale.

Il rilascio è avvenuto a cinque miglia circa dalla costa, al largo di Marina di Ravenna. «Curiamo ogni anno decine e decine di trigoni, così come altre specie di fauna marina, dalle tartarughe ai cavallucci – ha spiegato il direttore di Cestha, Simone D’Acunto – I casi come quello di Sole sono però utilissimi nel nostro lavoro, perché l’interessamento della gente ci permette di divulgare i giusti messaggi di approccio ambientale, soprattutto sulle norme di comportamento da adottare durante l’estate, quando questi animali si avvicinano a riva per partorire. Purtroppo esistono numerose informazioni sbagliate su di loro, a causa di un pungiglione di cui la natura li ha dotati a metà della coda. Non sono affatto pericolosi, non hanno nessun interesse ad attaccare un umano che per loro è solo un animale più grande. È ovvio che possano difendersi se ritengono di essere minacciati».

Avevamo preso spunto dalla vicenda dell’aggressione, al momento della sua diffusione da parte della stampa, per proporre alcune riflessioni sul ripudio dello specismo che consideriamo, da parte della nostra lista, un punto fermo, nonostante da parte della nostra società e, quindi anche di persone che per altri aspetti sono vicine alle nostre posizioni, si faccia molta fatica ad accettarlo. Le riproponiamo di seguito:

«Abbiamo voluto cogliere questa occasione per sottolineare un aspetto che ci sta particolarmente a cuore come lista, quello della nostra totale avversione verso tutte le forme di sopraffazione, denigrazione, violenza, verbale o fisica, rivolte verso “l’altro/a”. Parallelamente, ribadiamo l’avversione incondizionata verso qualunque esaltazione del “noi”, quando è costruita attraverso le pratiche di sopraffazione, ecc. che identificano “l’altro/a” come qualcosa di inferiore. Portare a fondo il ragionamento implica, ce ne rendiamo conto, dover fare i conti con una società, la nostra, in cui l’alimentazione di una specie si basa anche sull’uccisione di specie diverse, considerate tradizionalmente come “commestibili”, su pratiche di allevamento di massa delle specie utilizzate a scopi alimentari, sullo sfruttamento del territorio originato dalla creazione degli spazi per tali allevamenti e per l’alimentazione delle specie “commestibili”, della presa d’atto che tutto ciò sta avendo conseguenze ai limiti della sostenibilità sull’ecosistema e quindi della sopravvivenza stessa di una società che rifiuta di modificare i propri comportamenti.

Ciò detto, come Ravenna in Comune siamo contro tutte le forme in cui “l’altro/a” è “subordinato” al “noi”: dagli aspetti discriminatori individuati dalla nostra Costituzione (di sesso, di “razza”, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali), a quelli che la nostra Costituzione non esplicita ma impediscono comunque il pieno sviluppo della persona umana. Quando la discriminazione è riferita ad appartenenti a specie diverse dalla nostra è chiamata specismo. La nostra Costituzione non ne parla, ma noi, invece, sì: non possiamo girare lo sguardo altrove solo perché non vedere è socialmente più facile. Grazie a chi ha fermato l’aggressore di Sole: oltre alla vita della trigone gli siamo debitori dell’occasione di un ragionamento».

Quanto al Cestha, ossia nove biologhe e biologi marini, tutti laureati a Ravenna, che si occupano, a grandi linee, di programmi di conservazione delle specie a rischio e promozione di attività di gestione sostenibile, siamo contenti che anche in questa occasione si sia riusciti a raggiungere l’obiettivo: primo centro in Italia, di recupero per la fauna ittica presente sul territorio nazionale! L’auspicio lo abbiamo già formulato: non si colga l’occasione del più volte sbandierato progetto di ristrutturare lo storico edificio che li ospita per sbarazzarsi di un’eccellenza. Si tratta di locali pubblici sui quali esercitano la competenza amministrativa il Comune di Ravenna e l’Autorità Portuale. Visti i recenti precedenti della Valle della Canna e della Pialassa dei Piomboni qualche dubbio sulla sensibilità dei due enti in fatto di tutela dell’ambiente e degli animali ci sembra legittimo. Pertanto lo ribadiamo: si lasci al CESTHA la grande sala aste del mercato ittico dopo averla adeguatamente manutentata. Senza interventi che richiedano lo spostamento delle persone e degli animali: tartarughe, astici, cavallucci marini, squali e, appunto, trigoni.

E, per tutto quanto fa, grazie Cestha.

#MassimoManzoli #RavennaInComune #Ravenna #Cestha

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Sorgente: Ravennanotizie 4 gennaio 2020

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Trigone preso a bastonate nel Ravennate torna libero. Rilasciato in Adriatico dopo 4 mesi di cure presso centro Cestha

Sorgente: Ansa gennaio 2020

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