BIMBI E BOMBE (SECONDA PARTE)

La faccenda della bomba nascosta nel porto di Ravenna, fu scoperta grazie alle intercettazioni effettuate nel corso dell’indagine riguardante il porto di Molfetta.

Il 22 giugno 2010 alle 17.08 il rappresentante di CMC aveva ricevuto una chiamata da Molfetta da parte nel corso della quale veniva informato: “C’è un bambino di un metro e mezzo imbrigliato nella griglia della draga. Un bambino nel senso di quelli che fanno boom”. Nell’inchiesta ravennate i “bambini” diventarono due: ad una mina tedesca da 700 chili si aggiunse un colpo di cannone. Entrambi inesplosi. Entrambi pericolosi. Tutto rimosso e portato nella più isolata piallassa del Piombone, per poi essere rinvenuto a fine maggio 2010 nella cassa di colmata “Nadep”, gestita dalla Cmc. La stessa cassa di colmata che ora dovrebbe essere al centro dei complessi viavai dei fanghi nel nuovo “progettone” appena messo in gara.

Dunque, tutto è bene quel che finisce bene. Almeno questa volta, per i fatti di Molfetta, il Tribunale ha assolto CMC (anche se, bisogna riconoscerlo, la prescrizione ha avuto un ruolo determinante). Ma quell’indagine, tutt’altro che inutile per Ravenna, ha permesso di salvaguardare la sicurezza del nostro porto e di tante persone, la cui messa a rischio era stata messa in conto da qualcuno. Si è così saputo quali sono le modalità operative ritenute “normali” da enti pubblici e storiche società cooperative e affaristi vari nella gestione dei lavori del porto. E se non si sono fermati allora davanti a una bomba, figurarsi per una gestione “allegra” dei fanghi di dragaggio, come da successiva più recente sentenza sempre del Tribunale di Ravenna. Indagine istruttiva, quella di Molfetta, dunque. Soprattutto in vista dei nuovi lavori del porto che, dopo 10 anni di pausa, ripresenteranno gli stessi problemi: stessa possibilità di trovare ordigni inesplosi, stessi fanghi con inquinanti da trattare. E poi, soprattutto, tanti tanti ma proprio tanti soldi pubblici da “ripartire”.

Saranno anche stati tutti assolti a Molfetta, ma a Ravenna bisogna continuare a vigilare!

#MassimoManzoli #RavennaInComune #Ravenna #portodiRavenna #portodiMolfetta

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Vertici Cmc indagati, il presidente: “Non c’entriamo”

Sorgente: il collegamento con i fatti di Ravenna

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