LA DARSENA VA IN MALORA (PRIMA PARTE)

La notte tra martedì 1° ottobre e mercoledì 2 due boati hanno segnalato altrettante rovine in un magazzino del vecchio porto. Nell’edificio che costeggia via Antico Squero si è avuto il collasso della pilastrata della navata centrale ed il crollo della parete est con il coinvolgimento della struttura della campata limitrofa. Già questa descrizione fa pensare, perché sembra più riferirsi ad una chiesa paleocristiana che ad un fabbricato industriale. Infatti il 26 novembre scorso, chiamato in Consiglio Comunale a render conto della perdurante chiusura della strada limitrofa all’edificio, così l’ha descritto l’assessore Fagnani: «Edificato agli inizi del “900, presenta una struttura completamente in legno massello unica e di grande suggestione, ordita in modo da creare una sorta di basilica a tre navate caratterizzata da una spazialità molto interessante».

Si tratta in effetti di uno delle più pregevoli testimonianze del passato industriale della Darsena di Città. In particolare quest’area ha ospitato attività produttive legate alla lavorazione dei prodotti chimici. Infatti, già nel 1905 sorgeva qui la Fabbrica dei Concimi Chimici, che nel 1912 passò sotto la direzione della Società Unione italiana Concimi e Prodotti Chimici fino a divenire Società Montecatini nel 1925, trasformata poi in Montedison nel 1966. Nel 1975 lo stabilimento fu venduto all’attuale società proprietaria Fiorentina srl. Alla fine dello scorso anno tetto e pareti laterali, che erano rivestiti di lastre di cemento amianto, sono stati bonificati. Vale a dire che le lastre sono state rimosse e la costruzione è rimasta priva di rivestimento con la struttura in legno completamente esposta agli agenti atmosferici. Tutto ciò considerato, il danno attuale è stato anche più limitato di quello che poteva intervenire. E comunque non si è fatto nulla per evitarlo: al contrario, si direbbe che si è agito per favorirlo!

Il Parco delle Archeologie, costituito dal recupero degli edifici di archeologia industriale con usi prevalentemente culturali e per il turismo, era previsto fosse uno degli elementi salienti dell’attuazione del POC tematico Darsena, approvato nel 2015 a conclusione di un processo iniziato con un percorso di partecipazione cittadina avviato addirittura nel 2011. Sia il processo partecipativo che il POC alla fine risultante hanno sanzionato quelli che sono i due elementi distintivi della Darsena: la presenza dell’acqua, ossia del Canale portuale, e appunto dell’importante e caratterizzante diffusione di edifici originariamente destinati alla produzione ed al successivo stoccaggio di prodotti e merci. Ad oggi pochi di questi edifici sono stati riqualificati, come invece prevedeva il POC, e tutti sul lato sud: l’Almagià, ristrutturato con risorse pubbliche prima dell’approvazione del POC; il Molino Pineta, che più che riqualificato è stato demolito e poi ricostruito da privati; da ultimo il magazzino Platani, appena riqualificato e ridestinato a birreria, il cosiddetto Darsenale, con risorse private. Nessuno degli edifici industriali sul lato nord ha subito interventi e stanno tutti a poco a poco deteriorandosi, come del resto molti degli edifici sul lato sud.

Né può parlarsi di riqualificazione in riferimento alla Torre Zucchi. Si è trattato di un intervento a dir poco “sfortunato”, un palazzone del tutto fuori contesto, con la spesa del nome dell’architetto di fama accoppiata però ad economie di spesa, un’operazione nata e pensata unicamente per “salvare” l’Iter. E non è meglio per il cosiddetto sigarone, abbandonato al suo destino di inevitabile rovina dopo tentativi malsani di “riconvertirlo” in un ennesimo supermercato. O, sull’altro lato del canale, non bastano certo i topi di ericailcane per riqualificare il mangimificio Martini. E della Fiorentina s’è detto. L’Amministrazione comunale sta lasciando andare tutto in malora!

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Crolli notturni nell’ex magazzino in Darsena, chiusa via Antico Squero. Il capannone considerato a rischio dal Comune di Ravenna

Sorgente: chiusura di via Antico Squero

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