Porto: per Comune e Autorità Portuale ci sono soldi in abbondanza per scavare.

MEGLIO, PERCHÉ C’È ABBONDANZA ANCHE DI FANGHI DA RECUPERARE E SMALTIRE

Al Consiglio Comunale del 22 gennaio, dopo l’annullamento di quello del 15 in seguito al terremoto, abbiamo formulato tre domande al Sindaco per ottenere conferma dell’assenza di problemi in merito al finanziamento del cosiddetto “progettone” di approfondimento dei fondali del porto. Erano appena state diffuse dalla stampa, infatti, le notizie circa la decisione della Commissione Europea di condannare l’Italia a meno di una profonda riconsiderazione del ruolo delle autorità portuali. La UE, infatti, imputa agli enti porto un comportamento da impresa commerciale, ritenendo conseguentemente doversi tassare le entrate e vietare il finanziamento da parte dello Stato. Una nostra precedente richiesta di chiarimento era stata genericamente controbattuta dal Presidente dell’ente porto ravennate che aveva garantito, sulla parola, l’esistenza di una capacità autonoma di spesa da parte dell’Autorità Portuale in grado di far fronte agli ingenti costi del “progettone” anche in assenza di finanziamenti statali. Ora alle nostre domande è stata data risposta da parte del Comune per bocca del Vicesindaco.

Dopo una lunga premessa, in cui il Vicesindaco spiega i motivi per cui, a suo giudizio, la UE finirà per ribaltare la propria decisione, ci viene detto che non c’è bisogno di approntare alcun piano B perché “non vi sono allo stato elementi che evidenzino possibili sviluppi connessi a problematiche economiche incidenti sul progetto HUB”. Avevamo infatti chiesto notizie circa “possibili sviluppi che possono portare a problematiche economiche dal prossimo anno, ma che vanno affrontate nel minor tempo possibile per prevedere, fin da subito, soluzioni immediate per avere la garanzia che il progetto Hub Portuale venga iniziato e terminato”.

Avevamo poi domandato, temendone le conseguenze, “se il finanziamento (mutuo) Bei di 120 milioni di euro, indispensabile per la realizzazione del progetto, è subordinato o meno al finanziamento approvato dal Cipe di 60 milioni di euro”. Bene, la risposta è che “non esistono clausole che subordinino la concessione del mutuo BEI al finanziamento già approvato dal CIPE” né questo appare “oggettivamente in discussione”.

Infine, per il caso di perdita del finanziamento CIPE, “se l’Autorità Portuale disponga già oggi di risorse proprie pari a complessivi 115 milioni di euro, ovvero se oltre ai 55 milioni di euro già previsti abbia già individuato nel proprio bilancio le risorse necessarie a coprire i 60 milioni di euro eventualmente mancanti”. Anche in questo caso è giunta pronta rassicurazione: “l’Autorità Portuale dispone già oggi di risorse proprie pari a circa 80 milioni di euro ai quali si aggiunge il contributo assegnato al Progetto dalla Commissione Europea pari a 37 milioni di euro, per un totale di risorse disponibili pari a 117 milioni di euro”. Senza contare la possibilità per l’Autorità Portuale di contrarre ulteriore debito.

Ne prendiamo atto. Non possiamo condividere la sicurezza del Comune circa un ribaltamento della decisione UE sulle autorità portuali, ma notiamo che il Comune condivide con l’Autorità Portuale l’inutilità di ripensare per tempo a come superare eventuali difficoltà di finanziamento del Progetto. E siamo sinceramente contenti di apprendere che il motivo di tale sicurezza è riposto nel fatto che il “progettone” avrebbe i finanziamenti blindati e, nell’ipotesi venissero comunque messi in discussione i finanziamenti pubblici, l’Autorità Portuale potrebbe fare da sola. D’altra parte Rossi ha recentemente dichiarato che non ci sono ostacoli per pubblicare il bando entro marzo ed iniziare l’escavo entro i prossimi 12 mesi.
http://www.ravennanotizie.it/…/daniele-rossi-ap-il-progetto…

Non chiediamo di meglio di poter mettere da parte ansietà sui finanziamenti quando già sopraggiungono quelle derivanti dalla recente sentenza nel processo “fanghi del Candiano”. Aspettiamo ora di conoscere cosa intende scrivere il Sindaco quanto a tempi di recupero e smaltimento dei fanghi di dragaggio e poi di ripristino dello stato dei luoghi relativamente alle casse di colmata cosiddette “Avamporto Porto Corsini”, “Centro Direzionale”, “Nadep Interna e Centrale”, “Nadep Viale Trieste”, “Trattaroli 1, 2 e 3”. E anche a chi verrà indirizzata la richiesta. Attendiamo anche di capire come l’Autorità Portuale concilierà il proprio “progettone”, che ruotava attorno alla cassa di colmata Nadep, nell’ipotesi che fosse l’unica esente da vizi, ora che ha appreso che tutte le casse di colmata devono essere considerate abusive.

Ci sarà anche abbondanza di soldi per fare tutto, come sostengono Comune e Autorità Portuale, ma è innegabile anche l’abbondanza di fanghi da recuperare e smaltire con quei soldi!

#MassimoManzoli #RavennaInComune #ravenna #porto #progettone

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