#TEMPOSCADUTO Un giusto salario e valorizzazione professionale per i lavoratori della sanità privata

La divisione tra lavoratori è da sempre la “linea politica” dell’altra parte: “datore di lavoro” oggi, semplicemente “padrone” ieri. Così, quando ha successo (e negli ultimi anni lo ha trovato spesso), riesce a privare i lavoratori di quel minimo di tratti comuni da consentire un confronto organizzato su largo fronte. Abbiamo dunque i contrattualizzati, percepiti come privilegiati da chi lavora senza avere contratto. E poi le ulteriori sottodistinzioni tra i primi ed i secondi (che vanno dall’avere un termine o meno, un tempo pieno o meno, essere assoggettato ad uno dei tanti sottotipi di precarietà, ecc. da una parte; ad avere una partita IVA vera o una finta, ad essere completamente in nero o solo in parte, ecc. dall’altra).
Anche tra i contrattualizzati “veri”, però, non mancano i problemi. Lunedì prossimo è stato indetto uno sciopero regionale, per l’intera giornata lavorativa, che coinvolgerà tutte le lavoratrici ed i lavoratori che lavorano in aziende nelle quali vengono applicati i Contatti Nazionali di Lavoro di ARIS (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari) ed AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata). In pratica tutta la sanità privata per oltre 7.500 lavoratori coinvolti in Emilia-Romagna. Il Contratto Nazionale di Lavoro è scaduto da 12 anni, il che significa che i lavoratori da allora non hanno avuto nessun aumento economico e nessun riconoscimento professionale, mentre le aziende per cui hanno lavorato hanno continuato a “macinare utili”, trattandosi di un settore al riparo da crisi.
In sintesi Cgil, Cisl e Uil chiedono che non si faccia cassa “sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità che ogni giorno garantiscono il diritto alla salute alle persone che vivono nella nostra Regione”.
Ravenna in Comune si trova naturalmente al fianco delle lotte di chi lavora, tanto più che in questo modo si incide sulla qualità del diritto alla salute dei nostri concittadini. Piena solidarietà, dunque, a chi sciopererà lunedì prossimo.

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