E’ ora di revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini

Tra qualche giorno sarà l’anniversario della marcia su Roma, una data nefasta per il nostro Paese. Per questa occasione alcune forze neo-fasciste e xenofobe hanno continuato a minacciare una nuova “marcia su Roma” e altre continuano a farlo nonostante i legittimi divieti imposti dalle Istituzioni.
Ma il primo anniversario di questa marcia fu anche l’occasione per una prova di forza del partito fascista e tra il 1923 e il 1924 furono decine e decine i Comuni che conferirono la cittadinanza onoraria a Mussolini per celebrare l’anniversario della “Rivoluzione Fascista”. Tra questi anche il Comune di Ravenna che conferì la cittadinanza onoraria con decisione della giunta senza passare dal consiglio comunale ancora presente con questo forte richiamo alla marcia su Roma nella motivazione: “Nello storico primo anniversario della marcia su Roma che segnò insuperabile confine ad un periodo di nefasto dissolvimento della vita politica economica e morale dell’Italia ed iniziò nuova era di romana grandezza che già si afferma infallibile e sicura pur tra gli ostacoli quotidiani di oscuri nemici interni e le pericolose invidie altrui non dimentica che del grande avvenimento primo artefice fu Benito Mussolini …”.
E’ arrivato, quindi, il momento di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini e, per questo ho depositato un ordine del giorno proprio in questi giorni in cui c’è un fortissimo richiamo, pressioni, minacce di una nuova “marcia su Roma”.
Nella scorsa legislatura fu il consigliere Alvaro Ancisi a far emergere la tematica ma la maggioranza votò per il mantenimento della cittadinanza onoraria al Duce, adducendo come motivazione il rischio di fare dimenticare le nefandezze del fascismo, configurandosi come una damnatio memoriae, che in genere colpisce i simboli e le rappresentazioni di un regime, quando questi viene sconfitto. Noi siamo, invece, fermamente convinti che la decisione di revocare una onorificenza, così come la sua concessione, possono essere affidate alla storia a testimonianza dei principi di pace, uguaglianza e democrazia oggi sanciti nella Costituzione e che guidano lo Stato e le comunità cittadine, molte delle quali, negli statuti, richiamano i valori antifascisti. Tantissimi Comuni si sono già espressi in questo modo andando a revocare la cittadinanza senza cancellare e dimenticare quell’atto storico, ne è esempio Napoli dove la cittadinanza onoraria a Mussolini venne revocata nel 1944 e, ancora oggi, quella vicenda (sia la concessione sia la revoca) è ben scritta e forte nelle pagine di storia senza alcuna “damnatio memoriae”.
Il regolamento comunale è, poi, molto chiaro, indicando come motivazione per la revoca: “Incorre nella perdita della Cittadinanza onoraria l’insignito che se ne renda indegno.” E se le parole hanno un significato e un peso allora non occorre spiegare i motivi per cui Benito Mussolini non sia degno di essere cittadino di Ravenna. Se dovessimo trovarci a discutere se il Duce è degno o no di essere nostro concittadino avremmo già cancellato con un incredibile colpo di spugna il giudizio storico su di lui.

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