In direzione ostinata e contraria

Dallo scorso mese di agosto, quando abbiamo presentato alla cittadinanza il processo per la costruzione della nostra lista di cittadinanza, Ravenna in Comune, alcuni hanno cominciato il conto alla rovescia. Visto che il progetto è sostenuto da tutti (proprio tutti) i partiti di sinistra ravennati, quelli che il “buon” Renzi chiamerebbe “gufi” hanno costantemente preannunciato la (presunta) imminente spaccatura e l’inevitabile (ipotetico) litigio come esito “naturale” della vicenda.
Abbiamo invece avuto il piacere di registrare, nei cinque mesi di intensa attività durante l’anno appena trascorso:

  • la felice riuscita di 3 giorni di festa della politica dal 21 al 23 agosto a Mezzano;
  • la sottoscrizione del manifesto fondativo da parte di tantissime persone;
    l’approvazione in sede assembleare di regole condivise per il proseguimento del processo;
  • l’elezione democratica di una competente candidata sindaca, Raffaella Sutter, e dei due portavoce della lista il 29 ottobre;
  • l’avvio di tutti i gruppi di lavoro ed in particolare di quello di formazione partecipata del programma di amministrazione cittadina;
  • lo svolgimento di numerosi incontri di confronto con la cittadinanza a Ravenna e nel forese;
  • la continua presenza di banchetti informativi della lista;
  • l’esposizione puntuale della posizione della lista rispetto a tutte le tematiche all’ordine del giorno.

Soprattutto, a dispetto dei “falsi” profeti, siamo ancora insieme e cresciamo per qualità e numero delle cittadine e dei cittadini che ci sostengono attivamente.

Paradossalmente a dividersi sono state le altre forze politiche.

L’opposizione di destra si presenta litigiosa tra le diverse componenti partitiche e all’interno degli stessi partiti. Si scindono al loro interno la Lega e Forza Italia. Volano gli stracci tra Fratelli d’Italia e La Pigna, da una parte, e la Lega e Lista per Ravenna, dall’altra.

I pentastellati a loro volta si contendono il diritto di presentarsi con il marchio di proprietà di Grillo e si accalcano presso il fondatore perché battezzi come “autentica” almeno una delle liste nate dalla scissione interna.

Invece il PD, che potrebbe presentarsi unito dietro al suo segretario/candidato, è costretto a dividersi in cinque pur di fingere che il consumato matrimonio con i Repubblicani sia in realtà un’ampia coalizione: quattro liste civiche sulla carta che dovranno necessariamente contare sulla sottoscrizione dei tesserati “democratici” per poter comparire sulla scheda.
Ravenna in Comune preferisce far politica con le idee piuttosto che con le divisioni che tanto piacciono ai giornali.

Continueremo a farla anche nel nuovo anno: in direzione ostinata e contraria rispetto agli altri, attenti al bene comune per una Ravenna in Comune.

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